Le restrizioni immotivate alla caccia in conseguenza del Covid hanno compromesso la stagione. Per questo, Bruzzone della Lega e Caretta di Fdi chiedono il taglio delle tasse di concessione governativa
È verosimile che, anche dopo le festività, il governo decida di mantenere le restrizioni in base al colore delle regioni. Ed è quindi verosimile che fino al 31 gennaio 2021 continuino le restrizioni anche all’esercizio dell’attività venatoria. La conclusione è che a fine stagione di caccia, i cacciatori avranno visto sfumare oltre la metà delle uscite disponibili, pur avendo pagato le onerose tasse di concessione governativa. “Il vero problema”, spiega il senatore Francesco Bruzzone (in foto), responsabile del dipartimento caccia per la Lega, “é che il Governo ha limitato un’attività essenziale, necessaria per il contenimento delle specie foriere di danni all’agricoltura come gli ungulati e di quelle alloctone come la nutria, e questo senza alcuna motivazione tecnico-scientifica”. Bruzzone evidenzia infatti che “al pari dell’agricoltore, il cacciatore esercita prevalentemente da solo in mezzo alla campagna e ai boschi, obbligato per legge nel mantenersi a distanza dai luoghi abitati, svolgendo di fatto una delle pochissime attivitá “Covid-free”. Per questi motivi, verrà presentato al Governo un prossimo Odg, nel quale é inserita la richiesta previsionale del taglio delle tasse di concessione, pagate annualmente dai cacciatori“. L’iniziativa ha trovato l’immediato supporto di molti parlamentari e degli eurodeputati Marco Dreosto e Massimo Casanova.
Anche Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia, si è attivata sul tema: “A fronte delle limitazioni imposte dalla crisi epidemiologica da Covid-19 che ha impedito la piena fruizione della licenza di porto d’armi ad uso caccia e a uso sportivo nell’anno 2020”, ha dichiarato, “ho presentato e fatto approvare un Ordine del giorno che chiede al Governo di valutare l’opportunità di restituire almeno il 50% della tassa di concessione governativa pagata quest’anno e di decurtare almeno del 40% la medesima tassa per gli anni 2021 e 2022 a titolo indennitario nei confronti dei titolari delle licenze di porto d’armi. Visto quanto accaduto in questi mesi e visti i molteplici esborsi di denaro ai quali annualmente cacciatori e tiratori sportivi sono tenuti, è doveroso che il governo venga incontro alla categoria che in questo lungo periodo non ha potuto esercitare l’attività per la quale aveva anticipatamente pagato, così come previsto dalla legge nazionale”.