Un’edizione commemorativa del sovrapposto di lusso Sl3 dedicato al bronzo romano simbolo della città di Brescia, tornato a casa dopo un lungo restauro. Il fucile sarà battuto all’asta e parte del ricavato sarà donato per la salvaguardia della natura e della fauna
Presentata oggi con un evento online, in diretta sui profili social Beretta, un’edizione speciale commemorativa del sovrapposto top di gamma Sl3, dedicata alla statua della Vittoria alata, tornata finalmente a Brescia dopo un lungo restauro realizzato dall’Opificio delle pietre dure di Firenze. La Vittoria alata ha una storia lunga e travagliata, che si intreccia in epoca più recente anche con quella della fabbrica d’armi gardonese. Si tratta di uno dei pochi bronzi di epoca romana giunti fino a noi, databile intorno alla metà del I secolo dopo Cristo, ritrovata nel 1826 (esattamente 300 anni dopo il primo documento ufficiale che dimostra l’esistenza di Beretta, datato 3 ottobre 1526) durante gli scavi archeologici nei pressi del Capitolium, il tempio capitolino di Brescia. Nel 1913, Pietro Beretta decise di adottare la Vittoria alata come simbolo dell’azienda, che rimase presente su tutti i cataloghi e su alcune armi fino al 1968, anno in cui la Vittoria alata fu sostituita dal celeberrimo “marchio delle tre frecce”, di D’Annunziana memoria. Dopo lunghe peripezie la statua della Vittoria alata è finalmente ritornata a casa, al museo di Brescia, con un allestimento museale progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg, concepito per esaltarne le caratteristiche messe in risalto dal complesso restauro.
Beretta, da sempre azienda attenta e coinvolta attivamente nel mondo dell’arte e della cultura, ha approfittato dell’occasione per realizzare una seconda opera d’arte, per omaggiare la Vittoria alata e il suo ritorno a Brescia. Si tratta di un sovrapposto Sl3 (che sta per “sovrapposto lusso 3”) in calibro 20, inciso a mano dal maestro Luca Casari con un tema che riprende le linee del bronzo romano. Sul petto di bascula campeggia la riproduzione della Vittoria alata con rimessi in oro, mentre le cartelle, finemente incise, si trasformano nelle ali della statua, al punto da apparire frastagliate, perfettamente armonizzate con la radica del calcio. Le caratteristiche tecniche sono quelle tipiche dell’Sl3, quindi batteria box-lock con molle a lamina e chiusura ibrida, che combina le classiche spalline e controspalline Beretta con un doppio tassello trasversale che impegna i ramponi ricavati tra le canne, soluzione già adottata sul prestigiosissimo So10. Il calcio è all’inglese, finito a olio, mentre le canne sono sottoposte a un lungo processo di politura manuale prima di essere brunite. Il fucile è fornito in una valigetta dedicata in pelle, completa di tutti gli accessori e realizzata a mano dai tecnici del Gun case atelier di Beretta.
Il fucile, un pezzo unico che farà gola a molti collezionisti, sarà battuto all’asta con la formula della silent auction, a partire da una base d’asta di 65 mila euro. La cifra eccedente la base d’asta sarà devoluta alla Jhonny Morris conservation foundation, fondazione attiva nella conservazione della natura e della fauna, mentre la famiglia Beretta si è impegnata a raddoppiare l’entità della donazione, aggiungendo personalmente la stessa cifra.