La trasmissione “Servizio pubblico” andata in onda il 17 aprile su La 7, ha dato spazio al più becero esempio di distorsione della notizia a uso e consumo di una tesi precostituita. Oggetto del contendere, il Soft air. In questo caso, più che altro, l’autrice del servizio Giulia Cerino ha preso spunto da una partita di Soft air, per “mitragliare” i giovani giocatori con domande provocatorie sull’immigrazione, l’indipendentismo veneto e così via. Fin troppo facile l’accostamento, neppure troppo velato, tra chi “gioca alla guerra” e i recenti fermenti autonomisti della regione, suggerendo così il più classico degli stereotipi: oggi si gioca alla guerra, domani chissà…
A dire il vero, nonostante la loro giovane età, i ragazzi intervistati hanno dato prova di equilibrio e pacatezza nelle loro risposte. Ma la chiosa finale a commento del servizio, ovviamente, non può lasciare spazio ai distinguo “Sono tutti delusi dalla politica, hanno votato sì al referendum sull’indipendenza e contrari all’immigrazione”.
E anche in questo caso, il mostro è servito! Deontologia dell’informazione, se ci sei batti un colpo…
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