Tipo Licenza |
2002 |
2011 |
2012 |
Uso caccia |
884.953 |
700.922 |
697.776 |
Uso Tiro a volo |
127.187 |
352.149 |
373.693 |
Difesa personale arma corta |
45.618 |
23.577 |
22.006 |
Difesa personale arma lunga |
1.938 |
1.101 |
1.012 |
Guardie giurate arma corta |
53.951 |
52.435 |
53.316 |
Guardie giurate arma lunga |
nd |
504 |
474 |
Le licenze di Porto di fucile per uso caccia l’anno scorso erano 697.776, appena 3 mila in più l’anno precedente. Ma addirittura 884.953 nel 2002, con un calo cioè quasi del 21%.
Dove se ne sono andati quei quasi 200 mila cacciatori in 10 anni? C’è stato senz’altro un calo fisiologico legato all’età e alla disaffezione: la caccia è costosa e subisce ogni anno tasse e gabelle, senza contare che i cacciatori ogni anno si vedono maltrattati e vilipesi e con la stagione sempre più sforbiciata dai ricorsi. C’è molto da lavorare per le associazioni venatorie: sui giovani, per esempio, e senz’altro a livello legislativo.
Una parziale risposta alla domanda precedente viene dal numero delle licenze di Porto di fucile per uso Tiro a volo: 373.693 nel 2012, 6% in più dell’anno precedente (352.149). Ma un salto vertiginoso quasi del 300% dal 2002, quando erano appena 127.187. È questa una licenza praticamente non onerosa, che richiede lo stesso tipo di documentazione per il rilascio, dunque tra i cittadini che l’hanno ottenuta ci sono senz’altro i praticanti del Tiro a segno, ma anche senz’altro i cacciatori “sfiduciati” che per poche battute di caccia all’anno non se la sentono di spendere tanto, ma continuano a utilizzare le loro armi. Mi auguro ora che a qualcuno non venga in mente di metterci sopra una bella tassa, come stanno cercando di fare gli “amabili” senatori Loredana De Petris, Luciano Uras e Monica Cirinnà, di sel e pd, che con un emendamento nella legge di stabilità vogliono raddoppiare quella per il porto di fucile per uso caccia.
Poi c’è da considerare che la licenza di Porto di fucile per uso Tiro a volo è stata “sdoganata” dalla famosa e mai tanto benedetta circolare del 1998. Da quella circolare è stato chiarito che con entrambi i porti di fucile si possono acquistare gli stessi tipi di armi, come era del tutto logico. Dunque, tra i titolari, forse c’è anche qualcuno che prima si avvaleva della scomodissima e limitante “carta verde” (del tutto in disuso), inutilizzabile fuori dalle sezioni Tsn. Già perché in questi anni anche in Italia si sono diffuse discipline sportive che si praticano fuori dal Tsn (con almeno 50 mila praticanti a giudicare dai risultati dello studio dell’università di Urbino).
Le licenze specifiche per le guardie giurate sono pressoché stabili: 53.316 nel 2012 e 52.435 nel 2011, mentre erano 53.951 nel 2002. Ma, addentrandoci a occuparci di difesa, il dato inquietante è quello relativo al rilascio di licenze di Porto di pistola per difesa personale: 22.006 nel 2012, cioè il 7% in meno rispetto al 2011 (23.577), ma una vera picchiata dalle 45.618 licenze del 2012. Nel 2008, secondo l’Eurispes, erano circa 34 mila: in quel rapporto l’istituto valutava (decisamente al rialzo) in circa 10 milioni le armi legalmente detenute nel nostro Paese. Sconfortante la costante diminuzione dei rilasci che, secondo le nostre informazioni, sono di gran lunga inferiori ai dinieghi. Tra l’altro con i motivi più fantasiosi, come il prefetto di Foggia che ha affermato che “non c'è bisogno di girare con tutti quei contanti”… Al solito, nonostante la criminalità prosperi, il cittadino che vuole difendersi non è messo nella condizione di farlo.
Ma lasciatemi un commento che vorrei leggessero al ministero dell’Interno: che sia alta o bassa la “densità" di licenze e di armi in Italia, il numero di reati o di incidenti compiuti con armi legalmente detenute è decisamente minimo, sia in senso assoluto, sia in percentuale. Dal 2002 a oggi. Ecco, questo proprio non mi pare cambiato.