Arcicaccia e Legambiente hanno reso note le prime adesioni di politici all’appello “Fauna bene comune” lanciato la scorsa settimana per chiedere impegni importanti e puntuali ai leader in occasione delle imminenti elezioni politiche.
“La risposta che ci è giunta dal candidato premier del centrosinistra Pier Luigi Bersani – sottolineano le due associazioni – ci fa ben sperare per il Paese. Una risposta ricca, articolata e in totale sintonia con le esigenze e le emergenze da noi evidenziate nel documento proposto ai futuri decisori politici. Altrettanto positiva la condivisone dell’appello giuntoci da parte di importanti organizzazioni nazionali quali la Coldiretti, che associa oltre 1,6 milioni di agricoltori, la Federparchi, che rappresenta la maggioranza dei parchi e delle aree protette italiane e la Confederazione Italiana Agricoltori, con circa 900.000 iscritti. Tra i candidati della coalizione di centrosinistra in corsa alle prossime elezioni politiche, le prime sottoscrizioni ci sono giunte da: Ermete Realacci, Renzo Ulivieri, Marina Sereni, Susanna Cenni, Claudio Fava, Nicola Latorre, Roberto Natale, Raffaella Mariani, Dario Stefàno, Mino Taricco, Nicodemo Oliverio, Silvia Fregolent, Alessandro Bratti, Carla Nattero, Stefano Quaranta, Gabriele Berni, Stella Bianchi, Paolo Petrini, Angelo Zucchi, Chiara Braga, Carlo Emanuele Trappolino, Alfonso Andria, Luca Sani, Roberto Morassut, Gigi Bellassai, Renzo Carella. Anche personalità impegnate e attive da tempo nel panorama nazionale hanno voluto sottolineare la condivisione all’approccio ed ai contenuti dell’appello, fra cui Fulvia Bandoli, Fabrizio Vigni quale presidente degli Ecodem, Fabio Mussi. L’appello “Fauna Bene Comune” rimarca la forte ed inderogabile esigenza che la politica, oggi ancor più di ieri, sappia guidare ed accompagnare, a partire dalla tutela e gestione dei beni comuni, esperienze e sensibilità differenti presenti nel Paese per poter raggiungere ambiziosi obiettivi, quali la tutela, conservazione e gestione del patrimonio faunistico attraverso la valorizzazione e la sinergia tra il sistema delle aree protette e degli ambiti territoriali di caccia, l’adozione dei piani d’azione nazionali per le specie minacciate, la corretta pianificazione faunistica venatoria e la caccia sostenibile, che scienza e tecnica da tempo indicano e che l’Italia, unita, merita di ottenere”.