Uno dei 150 esemplari di Ibis eremita esistenti è stato ferito nei pressi di Cecina (Li), da una scarica di pallini. Questa la diagnosi ottenuta da una radiografia effettuata dal Centro uccelli marini e acquatici (Cruma) su uno dei rarissimi esemplari dei volatili in questione, la cui specie si è estinta in Europa da 400 anni e oggi è oggetto di numerosi sforzi di riproduzione in cattività. Il direttore sanitario del Cruma Lipu, Renato Ceccherelli, dichiara di non sapere se sia possibile o meno recuperare l’animale anche perché «alcuni dei sette pallini visibili all’esame radiologico potrebbero avere compromesso l’integrità e la funzionalità dei tessuti molli della zampa e dell’ala interessati».
Insieme alle parole del direttore sanitario arrivano le congratulazioni presidente dell’associazione animalista Fulvio Mamone Capria al Corpo forestale, che ringrazia «per il tempestivo recupero» e continua condannando il «gesto barbaro compiuto in spregio agli sforzi di reintroduzione di questa specie e per il quale ci auguriamo vengano individuati al più presto i responsabili». L’esemplare fa parte del progetto di ricerca avviato dal Waldrappteam, cioè un gruppo di biologi e piloti che dal 2002 si occupano del recupero della specie. Anche la Federazione italiana della caccia ha dato alcuni mesi fa la sua adesione al progetto rispondendo con piacere a una precisa richiesta dell’organizzazione.
«Il più profondo sdegno e la più ferma condanna per un gesto inqualificabile che getta discredito su tutti i cacciatori, vanificando gli sforzi fatti continuamente per riqualificare l’immagine della caccia nella società». Così il presidente nazionale Federcaccia, Gian Luca Dall’Olio, commenta amaramente il ferimento . «Non posso che augurarmi che il responsabile venga individuato e posto di fronte alle proprie responsabilità. Anzi, credo che dovrebbe essere lui per primo ad assumersele e a presentarsi spontaneamente per rispondere della sua azione. Anche se questo non sarà sufficiente a porre rimedio al suo gesto sconsiderato e inutile, costituirebbe in ogni caso una risposta dovuta alla società civile e prima di tutto alla grande maggioranza dei cacciatori rispettosi e consapevoli, che in queste ore stanno come me esprimendo la loro indignazione».