Alcuni giorni fa, l’ex ministro del Turismo, Maria Vittoria Brambilla, attualmente presidente della Leidaa (Lega italiana difesa animali e ambiente), aveva tuonato contro i finanziamenti, a suo dire ingiustificati, che lo Stato versa alle associazione venatorie. Il sito del Corriere della sera ha lanciato un sondaggio, ponendo ai lettori questo quesito: l’Italia eroga quattro milioni di euro all’anno alle associazione venatorie e spende decine di milioni per multe europee dovute all’apertura della caccia in anticipo in molte regioni. Cosa pensi dei contributi pubblici alle associazioni dei cacciatori?
Il risultato del sondaggio è un duro colpo alle teorie della Brambilla: il 62,9% degli oltre 4.500 persone che hanno votato, infatti, ha scelto “i cacciatori versano tasse di concessione governativa, è giusto che un po’ vengano restituite”; il 23,3% vorrebbe “ che fosse abolita la caccia, non solo i finanziamenti”; il 10,6% destinerebbe “quei soldi a progetti di salvaguardia degli animali e dell’ambiente”; mentre solo il 3,1% sostiene che “in un momento di crisi, sono tutti da tagliare per risparmiare”.
Per completare il sondaggio, aggiungiamo: i cacciatori, che sono più o meno 800 mila in Italia, versano una tassa di concessione annuale di, circa, 170 euro, il che significa che versano nelle casse dello più di 130 milioni di euro a fronte dei quattro che tornano alle associazioni (non ai cacciatori…). In più, versano una tassa regionale, una quota all’Atc in cui cacciano, utilizzata per la gestione del territorio.
Al contrario, non ci risulta che le associazioni animaliste, che percepiscono quote di finanziamento dallo Stato, facciano la stessa. Caro ex ministro Brambilla, certe, ridicole accuse le rivolga ad altri…