Il ministero della Salute ha disposto il divieto di utilizzo dei richiami vivi degli anseriformi e caradriformi, per presunti rischi legati all’influenza aviaria: in Italia non si sono tuttavia registrati casi, l’onorevole Maria Cristina Caretta chiede spiegazioni
Il ministero della Salute ha vietato l’impiego dei richiami vivi degli anseriformi e caradriformi (le altre specie utilizzate nelle cacce da appostamento non sono interessate da limitazioni), a causa di alcuni casi di influenza aviaria riscontrati nei Paesi bassi e in Germania. “In Italia non ci sono focolai di aviaria che giustifichino la sospensione dell’utilizzo, nell’attività venatoria, dei richiami vivi appartenenti agli ordini degli anseriformi e caradriformi”, ha commentato la deputata di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta, “Al contrario di quanto sta avvenendo nei Paesi Bassi, dove sono stati riscontrati dei focolai di influenza aviaria, le ragioni che hanno indotto la Direzione della sanità animale e dei farmaci veterinari (Dgsaf) non trovano riscontro nel nostro Paese. In Italia l’uso di questi richiami vivi è peraltro regolarmente gestito e disciplinato con apposito protocollo operativo 0021498-P del 3 settembre 2018, il quale specifica che eventuali modifiche ed integrazioni dello stesso devono avvenire ai sensi della Decisione di Esecuzione (UE) 2018/1136 della Commissione, sulla base quindi dell’evoluzione della situazione epidemiologica dell’influenza aviaria ad alta patogenicità in ambito nazionale, eventualità a oggi non ancora verificatasi. Proprio a fronte di questa situazione ho rivolto un’interrogazione al ministro della Salute, Roberto Speranza e al ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, per chiedere se siano informati della nota Dgsaf del 4 novembre scorso e quali iniziative intendano intraprendere per sospendere il divieto di utilizzo dei richiami vivi, visto che non esistono ragionevoli e comprovate necessità di urgenza”.