Il segretario generale del Sindacato unitario lavoratori comparti (Siulc, nato circa un anno fa), Salvatore Di Bonito, ha scelto uno strano modo per sensibilizzare sul problema delle guardie giurate licenziate o messe in mobilità nella zona di Napoli: «Nonostante in altre realtà d'Italia sia già in uso che tutte le guardie particolari giurate licenziate o poste in mobilità vengano inserite in un apposito albo dal quale attingere in caso di nuove e altre assunzioni, così come disposto dal ministro dell'Interno, a Napoli e in provincia questo ancora non viene realizzato. Il ministro dell'Interno, scientemente e responsabilmente, ha previsto questo Albo affinché troppe armi non siano "in giro" per l'Italia e che i livelli occupazionali siano stabili e garantiti». Ma sentite come prosegue: «Oggi facendo una conta approssimativa e considerando che ogni porto d’armi contempla la detenzione di 3 armi catalogate comuni (lunghe o corte), 6 armi catalogate sportive (lunghe o corte) e infinite armi catalogate da caccia, quel che ne consegue è che Napoli, e la sua provincia, è stracolma di armi. Si continua nei licenziamenti e nelle messe in mobilità e, di contro, illogicamente e stranamente si sono visti anche rilasciati tanti ed altri porto d’arma dalla locale prefettura a fronte di nuove assunzioni. Se questa non è una condizione di pericolo cos’altro può esserlo? Ci sono troppe armi in giro nella sola provincia di Napoli e, a quanto pare, questo non sembra essere motivo di preoccupazione per nessuno. Enormi responsabilità ricadono su chi è preposto al rilascio dei porto d’arma, alla tutela dell’ordine e la sicurezza pubblica, ai controlli obbligatori del caso e alla stranezza sul perché un ordine del Ministro dell’Interno a Napoli venga ancora disatteso. Napoli, e la sua provincia, non è una città diverse dalle altre e come le altre deve uniformarsi e garantire maggiore sicurezza sotto tutti i profili, troppe armi rappresentano un gravissimo pericolo e le Forze dell’Ordine, ridotte ormai al lumicino, nulla possono fare di fronte a questa gravissima condizione che continua a minare gravemente e pesantemente sia i livelli occupazionali che essere forte preoccupazione sul fronte della sicurezza, la disperazione e l’esasperazione può far commettere gesti inconsulti». Insomma, comunque sia, qualunque cosa succeda, il problema è sempre quello delle troppe armi "in giro" e il sindacato neppure si informa di come stanno le cose sul serio. Certo, ben venga l'Albo delle gpg, ma le forze dell'ordine e il ministero devono sempre e comunque sapere bene dove, quali e quante siano tutte queste ipotetiche "troppe" armi nelle mani delle gpg licenziate o messe in mobilità. Considerando poi che le specifiche licenze di porto d'armi hanno durata biennale e, nel corso di validità, le forze di polizia espressamente devono eseguire una periodica azione di controllo finalizzata a verificare, la permanenza, in capo ai destinatari, dei requisiti soggettivi e oggettivi richiesti per le licenze. Altrimenti queste decadono.
“Ci sono troppe armi in giro nella sola provincia di Napoli e, a quanto pare, questo non sembra essere motivo di preoccupazione per nessuno. Enormi responsabilità ricadono su chi è preposto al rilascio dei porto d’arma”, dice il Sindacato unitario lavoratori comparti. Ma gioca troppo sull’allarme sociale. In realtà sarebbe meglio si preoccupasse direttamente solo di licenziamenti o mobilità…