L'Assemblea regionale siciliana ha approvato la legge sulla caccia con 40 voti a favore, 16 contrari e 2 astenuti. La legge è stata approvata a conclusione di un acceso confronto parlamentare tra maggioranza e opposizione. Per quattro volte la maggioranza ha superato il voto segreto richiesto dall'opposizione su altrettanti emendamenti del governo. E ha tenuto anche di fronte alla richiesta di numero legale da parte della minoranza che ha contrastato, con una serie di interventi in aula dei deputati del Pdl e di FdS, gli emendamenti presentati dal governo che hanno in pratica riscritto il disegno di legge che era uscito dalla commissione Attività produttive dell'Ars.
Proprio su questo aspetto, il presidente della commissione Salvino Caputo ha criticato l'assessore all'Agricoltura Elio D'Antrassi, presente in aula, accusandolo di avere stravolto con gli emendamenti il testo che lui stesso aveva sostenuto durante l'esame in commissione. Tra le misure più contestate dall'opposizione c'è la norma che destina a protezione della fauna selvatica la quota del 20% minimo "calcolata esclusivamente sul territorio agro-silvo-pastorale regionale, fermo restando il divieto di caccia nei territori in cui sia comunque vietata l'attività venatoria per effetto di vincoli derivanti dalla normativa comunitaria e/ dalle altre leggi e disposizioni".
Il testo uscito dalla commissione dell'Ars prevedeva che il calcolo delle quote protette avvenisse a livello provinciale, con un tetto minimo del 20% e un massimo del 30%; l'emendamento del governo, approvato in aula, stabilisce che il calcolo sia fato a livello regionale, prevedendo la quota minima del 20% e senza fissare un tetto massimo. Secondo la minoranza, la legge così approvata impedisce l'abbattimento di alcune specie animali, come cinghiali e conigli, che danneggiano l'agricoltura.