Dopo la riunione del gruppo di lavoro Mipaaf sugli uccelli selvatici, Face Italia risponde con una precisazione al comunicato stampa della Lipu (lega italiana per la protezione degli uccelli).
«Troviamo veramente “singolare” il comunicato stampa diramato dalla Lipu in merito a quanto emerso dalla riunione di insediamento del gruppo di lavoro Mipaaf sugli uccelli selvatici poiché le prime conclusioni emerse sono sostanzialmente diverse da quelle riferite dalla Lipu. In attesa di vedere il verbale ufficiale dell’incontro che sarà prodotto dall’Ispra, vogliamo precisare che oltre a Face Italia anche gli esperti ornitologi nazionali e internazionali presenti alla riunione hanno evidenziato la necessità di verificare e approfondire l’attualità dei dati scientifici riguardanti l’Italia, i famosi Kc del documento Ornis, che risultano disallineati rispetto a quelli riguardanti le stesse specie negli altri Paesi europei. Gli esperti ornitologi, inoltre, hanno evidenziato che tali dati sono stati a suo tempo assunti a livello comunitario senza il rigore scientifico che è, invece, ora richiesto per la loro modifica; si è quindi convenuto che tutte le parti interessate produrranno precise osservazioni e proposte di modifica che, naturalmente, richiederanno il tempo necessario e dovranno essere motivate scientificamente. Tali osservazioni e proposte saranno inviate all’Ispra, che coordina il gruppo di lavoro, e discusse nella prossima riunione del 30 settembre.
«Allo stesso modo, sarà da tutte le parti interessate esaminato lo studio sullo stato di conservazione delle specie selvatiche realizzato da Birdlife Italia su incarico e finanziamento del ministero dell’Ambiente, per consentire le più opportune integrazioni che emergeranno dall’analisi di detto studio prima di formulare i nuovi dati a livello europeo. Quanto al problema dei calendari venatori, Face Italia ha ben precisato che le cosiddette linee guida emanate lo scorso anno dall’Ispra, per altro non previste dalla legge, contengono indicazioni che oltre a non risultare vincolanti per le regioni, risultano immotivatamente restrittive rispetto alle direttive comunitarie che, inoltre, sono state riprese senza fare riferimento e dare applicazione a importanti disposizioni che consentono una ben diversa e legittima articolazione dei periodi di prelievo rispetto a quelli indicati dall’Ispra.