Scampato pericolo per i cacciatori lombardi, dopo che il Tar di Milano ha respinto il ricorso delle associazioni animaliste che chiedevano uno stop totale dell’attività venatoria per presunte irregolarità del calendario venatorio
I cacciatori lombardi possono tornare a dormire sonni tranquilli, dopo che un doppio ricorso presentato al Tar dalla Lac (Lega anti caccia), aveva minacciato di cancellare il calendario venatorio lombardo, con un conseguente stop dell’attività venatoria. La Lac contestava alcune irregolarità relative ai calendari integrativi, che non sarebbero stati conformi ai pareri Ispra, oltre che la mancanza delle valutazioni di incidenza ambientale per i siti della Rete natura 2000 in alcune provincie.
Il Tar di Milano ha respinto la richiesta di blocco totale dell’attività venatoria in tutto il territorio regionale avanzata da Lac, disponendo, però, il divieto di prelievo delle specie pavoncella e moriglione, oltre alla sospensione della caccia nelle zps (zone di protezione speciale) e nei sic (siti di interesse comunitario) delle provincie di Brescia, Cremona e Lecco, le uniche tre provincie effettivamente sprovviste di valutazione di incidenza ambientale, la cosiddetta “Vinca”. L’avvocato Lorenzo Bertacchi, presidente di Federcaccia Lombardia, ha accolto con soddisfazione la sentenza del Tar, non senza un po’ di rammarico per il fatto che la regione abbia deliberatamente ignorato alcune linee guida nazionali, esponendo i cacciatori a un grande pericolo. Ferdercaccia ha annunciato che inizierà sin da subito a lavorare per la riapertura della caccia nei sic e nelle zps interessate dal provvedimento.