Ecco a voi, in anteprima assoluta, l’ultima bozza di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva europea 2008/51/Ce, che a sua volta ha modificato la direttiva “armi” 477/91. Varie bozze erano state messa a punto nella tarda primavera, ma il testo approvato dal governo e spedito alle commissioni parlamentari per il vaglio di conformità sembra essere questo. Attualmente è in discussione presso la I commissione della camera dei deputati, relatore Pierguido Vanalli (Lega Nord).
Scorrendo il documento, appare evidente che a essere penalizzati saranno soprattutto gli sportivi più assidui (più facilmente ricaricatori).
Ufficialmente, l’applicazione della direttiva aveva lo scopo di rendere più efficace il controllo sul commercio legittimo di armi, evitando distorsioni pericolose e rafforzando l’attività di vigilanza non solo sulle attività di produzione e vendita, ma anche sull’attività di intermediazione. Da questo punto di vista, l’elemento positivo più importante è (sarebbe) quello di avere, finalmente, una precisa indicazione su cosa sia da considerarsi “parte essenziale di arma” e cosa non lo sia. Vi sono, poi, altri elementi né buoni né cattivi, come l’introduzione generalizzata del formato elettronico per tutte le pratiche che riguardano le armi (con il corollario, abbastanza grottesco, dell’obbligo di tenuta dei registri per 50 anni dopo la cessazione dell’attività).
I carboni ardenti, per noi, cominciano con le certificazioni mediche per ottenere il nulla osta all’acquisto di armi: nell’annunciare che le modalità di accertamento dei requisiti psicofisici saranno oggetto di un nuovo decreto da parte del ministero della Salute (che sostituirà, quindi, quello emanato nel 1998, potete immaginare da voi se in senso più o meno rigido), si precisa che il provvedimento di concessione del nulla osta sarà comunicato al coniuge e a tutti i famigliari conviventi maggiorenni. Per chi detiene armi ma non ha alcun Porto d’armi in corso di validità, si istituisce l’obbligo di presentare ogni sei anni la certificazione medica, a pena di sequestro delle armi da parte del prefetto.
Ma la perla assoluta è l’istituzione dell’autorizzazione del questore per la ricarica delle munizioni, ed è qui che si concentra il capolavoro di modifica tra la prima bozza e l’attuale: infatti, nell’ultimo documento si precisa che “l’autorizzazione ha carattere permanente e può essere rilasciata a chi abbia dimostrato la propria capacità tecnica presso una federazione sportiva di tiro riconosciuta, secondo le modalità previste”. Obbligo di licenza anche per l’apertura o la gestione di campi di tiro o poligoni privati, obbligo di “rimpicciolire” le scacciacani del 20 per cento rispetto agli originali, obbligo di commercializzare Soft air con parti fondamentali realizzate in materiale diverso dal metallo. Che dire? A quanto parte, l’interessamento da parte delle associazioni di categoria e da parte delle federazioni sportive ha avuto poco o nulla effetto tra la prima bozza e l’attuale, a parte naturalmente garantire alle federazioni sportive medesime lauti introiti derivanti dalle certificazioni per la ricarica. Favorite sembrano anche le aziende che producono armi corte in 9 parabellum: per gli appassionati nostrani diventerà definitivamente off-limit, ma a chi produce per esportazione non saranno richiesti gli adempimenti previsti per le armi da guerra. Sicuramente colpiti saranno, invece, poligoni privati, armerie e distributori di articoli per ricarica, produttori di scacciacani, importatori di Soft air.
Avanti così, che andiamo bene!