A quanto pare, nonostante le associazioni e federazioni del nostro mondo abbiano ampiamente segnalato che l’ipotesi di un “patentino” per la ricarica sarebbe stato disastroso per il settore armiero, il decreto legislativo di attuazione della direttiva comunitaria 2008/51/Ce non sarà modificato. E, quindi, continuerà a prevedere che “senza licenza del questore è vietata l’attività di ricarica delle munizioni. La licenza ha carattere permanente e può essere rilasciata a chi abbia dimostrato la propria capacità tecnica, secondo le modalità previste dal regolamento”. Questo pone più di un problema, in primis il fatto che l’attuazione di questo precetto sia affidato a un regolamento ministeriale. Ricordate che fine ha fatto il regolamento che doveva disciplinare (entro sei mesi!) le caratteristiche degli spray antiaggressione di libera vendita? No? Certo, perché non è mai stato emanato! E se avverrà la stessa cosa con la ricarica, che cosa avverrà? Tutto fermo? Sarà la fine per tutte le specialità del tiro che prevedono armi in calibri diversi dal .22 lr. Soprattutto, ancora una volta, non si capisce cosa abbia a che fare la ricarica con la direttiva comunitaria e il relativo adeguamento della normativa italiana. C’è tanta aria di repressione fine a se stessa…
A quanto pare, nonostante le associazioni e federazioni del nostro mondo abbiano ampiamente segnalato che l’ipotesi di un “patentino” per la ricarica sarebbe stato disastroso per il settore armiero, il decreto legislativo di attuazione della direttiva comunitaria 2008/51/Ce non sarà modificato. E, quindi, continuerà a prevedere che “senza licenza del questore è vietata l’attività di ricarica delle munizioni