Esperto zoologo, ma soprattutto anche cacciatore: è il ritratto di Franco Perco, neo eletto alla guida del Parco dei monti Sibillini, un vero e proprio punto di svolta nei rapporti tra cacciatori e ambientalisti. «Fin a qualche anno fa», ha dichiarato Perco, «pensavo che sarebbe stato bello consentire la caccia nei Parchi. Poi ho capito che è un’utopia. Però, certo, i cacciatori li voglio coinvolgere, per esempio per controllare i cinghiali che, nelle aree protette e non solo, si moltiplicano a un ritmo insostenibile. Un abbattimento selettivo può essere l’occasione per migliorare la loro sensibilità e anche un modo per avvicinarli al Parco. I Parchi devono abbandonare la mentalità di cittadella assediata, dove i buoni sono nettamente distinti dai cattivi. La mia sfida sarà qualle di mettere insieme gli “egoismi” di albergatori, residenti, allevatori, cacciatori guardandoli con occhio benevolo e dando loro qualche soddisfazione, a patto che sia ecocompatibile». L’elezione di Perco ha suscitato il commento favorevole di Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente: «È una persona che ci ha insegnato tantissimo, soprattutto che con i cacciatori bisogna dialogare».
Un cacciatore entra nel Parco
Esperto zoologo, ma soprattutto anche cacciatore: è il ritratto di Franco Perco, neo eletto alla guida del Parco dei monti Sibillini, un vero e proprio punto di svolta nei rapporti tra cacciatori e ambientalisti. «Fin a qualche anno fa», ha dichiarato Perco, «pensavo che sarebbe stato bello consentire la caccia nei Parchi. Poi ho capito che è un’utopia. Però, certo