Le esportazioni di armamenti si candidano a diventare i veri driver della ripresa economica del Bel Paese, con le banche che nel solo 2009 si sono ripartite operazioni di incasso da vendite dell’industria italiana di prodotti per la “sicurezza e difesa” pari a 3,79 miliardi di euro, su un totale di commesse autorizzate alle aziende pari a 4,9 miliardi che, con una crescita del 61% rispetto al 2008, rappresentano il record ventennale dell’export militare. I dati 2000-2009 citati nel rapporto “finanza e armamenti: le connessioni di un mercato globale”, realizzato da Ires Toscana, evidenziano che nell’ultimo decennio sono state autorizzate agli istituti di credito italiani operazioni relative ad esportazioni di armamenti italiani per un valore di 15,5 miliardi di euro. Più del 55% sono ripartite in maniera abbastanza uniforme fra tre gruppi bancari: il gruppo Bnl-Bnp Paribas ha assunto operazioni per oltre 3,3 miliardi di euro (cioè il 21,5% del totale); il gruppo Capitalia-Unicredit (oggi UniCredit Group) che – soprattutto per le operazioni autorizzate alla Banca di Roma – ne ha assunte per oltre 2,65 miliardi di euro, cioè il 17,2% e, infine, il gruppo IntesaSanpaolo – che considerando anche le operazioni dell’acquisita Carispe – ne ha svolte per più di 2,62 miliardi di euro (16,91%).
Le esportazioni di armamenti si candidano a diventare i veri driver della ripresa economica del Bel Paese, con le banche che nel solo 2009 si sono ripartite operazioni di incasso da vendite dell’industria italiana di prodotti per la “sicurezza e difesa” pari a 3,79 miliardi di euro, su un totale di commesse autorizzate alle aziende pari a 4,9 miliardi che, con una crescita del 61% rispetto al 2008, rappresentano il record ventennale dell’export militare