Oltre alle motivazioni squisitamente tecniche, potrebbero esserci le proteste dei movimenti pacifisti dietro allo stop del governo tedesco alla fornitura dell’Haenel Mk556 alla Bundeswehr
L’annullamento della commessa per 120 mila fucili d’assalto alle truppe tedesche, in sostituzione dell’H&K G36, potrebbe avere anche ragioni ulteriori e prettamente politiche, oltre alle motivazioni tecniche evidenziate dal concorrente sconfitto, la Heckler & Koch, nel proprio ricorso. Oltre, infatti, all’infrazione dei brevetti H&K e a presunte irregolarità nel protocollo dei test in vista dell’adozione, secondo alcuni analisti a determinare l’arresto della procedura di assegnazione alle truppe dei fucili d’assalto Mk 556 di Haenel potrebbero esservi motivazioni di politica estera e, in particolare, pressioni da parte dei movimenti pacifisti. Haenel infatti è un marchio di proprietà di Merkel, a sua volta parte di Tawazun, azienda degli Emirati arabi uniti. L’opposizione ha pertanto accusato il governo, con questa fornitura, di procurare fondi agli emirati, con i quali si finanzierebbe il conflitto in Yemen, teatro nel quale gli emirati sono parte attiva dal 2015 in quanto membri della coalizione, a guida saudita, che sostiene il governo legittimo contro i ribelli sciiti Houthi, appoggiati dall’Iran. L’opposizione osserva inoltre che un prezzo di aggiudicazione così basso, come quello proposto da Haenel, potrebbe essere sinonimo di scarsa qualità. In effetti tra le doglianze avanzate da Heckler & Koch c’è anche quella di “dumping”, ovvero vendita sotto costo al fine di tagliare fuori la concorrenza. L’unica cosa sicura è che la questione non si risolverà tanto in fretta…