Nel 2019, ben 15 vittime e 221 feriti gravi in incidenti stradali che hanno visto coinvolti animali selvatici. E nei primi sette mesi del 2020, nonostante il lungo lockdown, il dato conferma un aumento dei casi mortali
La morte dei due ex calciatori di 32 e 39 anni nella notte tra mercoledì 1 e giovedì 2 ottobre, in un incidente stradale avvenuto sulla A26, ha riportato prepotentemente alla ribalta il drammatico problema degli incidenti stradali tra auto (e moto) e animali selvatici. La presenza di uno o più cinghiali sulla carreggiata autostradale ha causato l’urto con un paio di autovetture che poi sono rovinosamente uscite di strada. Tralasciando le folcloristiche e ideologiche soluzioni proposte da associazioni ambientaliste, il problema va affrontato quanto prima e una delle poche figure preparate e attive sul territorio in grado di fornire un concreto contribuito è quella del cacciatore.
I dati forniti dall’osservatorio Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) fotografano in tutta la sua gravità un fenomeno che troppi continuano a sottovalutare o ad affrontare con inconcludente retorica: l’anno scorso in Italia sono stati 164 gli incidenti gravi che hanno visto coinvolti animali, con un aumento dell’11% rispetto al 2018. Il dato più drammatico sono le 15 vittime, con un aumento del 36% sempre rispetto al 2018; 221 le persone seriamente ferite (+17%). In 141 di questi casi l’incidente ha visto coinvolto un animale selvatico, mentre in 23 uno domestico; 131 gli incidenti avvenuti di giorno, 33 di notte, 162 sulla rete ordinaria e due sulle autostrade. In 131 casi a essere coinvolta è stata un’auto, in 41 casi una moto, in 3 un autocarro o un pullman. Tra le regioni che hanno fatto registrare il maggior numero di incidenti di questo tipo, al primo posto c’è la Lombardia con 20 incidenti, seguita dalla Campania con 17 e dall’Abruzzo con 16.
Nei primi sette mesi del 2020, sono già stati registrati 86 incidenti gravi con 5 morti e 111 feriti,
dato pesante se si considera gli oltre due mesi di lockdown. Di questi, 72 hanno visto coinvolto un animale selvatico, 14 con uno domestico. In questo periodo, il maggior numero di incidenti gravi è avvenuto in Piemonte (10), seguito da Emilia-Romagna (9) e Abruzzo (8).