Polizia e carabinieri contro le ronde. «Molti cittadini, per fortuna, hanno capito che dietro l’operazione ronde si nasconde solo l’ennesimo bluff, visto che le risorse per le forze dell’ordine continuano a essere tagliate o incrementate in misura insufficiente alle reali esigenze». È quanto afferma Silverio Sabino, segretario provinciale del Sap di Torino e dirigente nazionale del sindacato. «A Torino», continua, «stiamo assistendo a un tentativo di lottizzazione del…
Polizia e carabinieri contro le ronde. «Molti cittadini, per fortuna, hanno
capito che dietro l’operazione ronde si nasconde solo l’ennesimo bluff, visto
che le risorse per le forze dell’ordine continuano a essere tagliate o
incrementate in misura insufficiente alle reali esigenze». È quanto afferma
Silverio Sabino, segretario provinciale del Sap di Torino e dirigente nazionale
del sindacato. «A Torino», continua, «stiamo assistendo a un tentativo di
lottizzazione delle ronde: ogni partito potrebbe istituire propri gruppi di
volontari, anche perché il governo ha intenzione di stanziare dei fondi ad hoc,
mentre intanto si continuano a tagliare risorse per polizia e carabinieri, con
le nostre volanti ferme in officina perché non ci soldi per pagare la
manutenzione».
In un documento, il Cocer dei carabinieri definisce “impraticabile” la misura
delle ronde “sull’impianto sicurezza che opera nel nostro Paese” e cita il caso
di Padova “dove scontri tra no global e addetti alle ronde hanno creato
preoccupazione ai cittadini e un dispendioso lavoro alle forze dell’ordine,
intervenute per sedare i tafferugli”. Secondo il Cocer “il tema sicurezza è
strettamente legato alle risorse economiche, assegnate ormai da anni in misura
sempre minore dalle varie Finanziarie alle forze dell’ordine. Tra l’altro non
si possono istituire ronde di vigilanza quando nella polizia di stato e nell’
arma dei carabinieri mancano quasi 10 mila uomini. Il Cocer chiederà dunque
“nei prossimi giorni un incontro sia con il presidente della Repubblica, sia
con il presidente del Consiglio, per avere chiarimenti su tematiche che oggi
offuscano la serenità dei nostri colleghi”.
Sabino lancia dunque una provocazione: «Chiudiamo le forze dell’ordine e
affidiamo tutto a ronde e vigilantes. Forse questo è il modello di sicurezza
che qualcuno ha in mente. Come già avvenuto in altre città italiane, a Torino
rischiamo di dover impiegare il personale di polizia, già sotto organico, per
controllare le varie ronde che cominciano a vedersi in giro, da Tossik Park e
Porta Palazzo, ancora non regolamentate visto che il decreto governativo che le
ha istituzionalizzate non sarà operativo fino alla sua definitiva conversione
in legge. Non dimentichiamo che la nostra è una città c’è una forte presenza
dei centri sociali e questi cittadini in libera uscita, questi dilettanti allo
sbaraglio, oltre a mettere a repentaglio la loro incolumità, rischiano di
alimentare un clima di tensione continuo, con evidente aggravio di lavoro per
le forze dell’ordine. Questo ruolo da badanti non lo accetteremo mai e
condividiamo le preoccupazioni espresse, a livello nazionale, dal Cocer
carabinieri».
La replica del ministro degli Interni, Roberto Maroni: «Il modello di sicurezza
cui si ispira il governo è quello di creare un “sistema partecipato” in cui
concorrano professionisti e volontari. Per questo, chi fa polemiche invece che
guardare a un sistema nuovo da far funzionare, è motivato da pregiudizi o da un
ancoraggio a schemi ormai superati. L’azione comune di professionisti e
volontari nei vigili del fuoco è un modello di eccellenza che funziona e che
noi dobbiamo sostenere, difendere e valorizzare anche negli altri settori è il
modello cui ci ispiriamo per creare un sistema di sicurezza partecipata, che
vogliamo realizzare nell’arco di questa legislatura». Per questo, ha concluso
Maroni, «molte polemiche mi sembra che nascano più da pregiudizi o all’
ancoraggio a schemi superati» piuttosto che da problemi reali.