Le recenti stragi compiute da squilibrati all’interno dei campus universitari statunitensi hanno scatenato i movimenti anti-armi, che criticano la supposta facilità con la quale è possibile, per una persona mentalmente alterata, procurarsi legalmente armi in America. In realtà, la vicenda ha un rovescio della medaglia: nella maggior parte dei casi le armi utilizzate dagli sparatori sono di provenienza illecita ma, soprattutto, sarebbe proprio il divieto di introdurre…
Le recenti stragi compiute da squilibrati all’interno dei campus universitari
statunitensi hanno scatenato i movimenti anti-armi, che criticano la supposta
facilità con la quale è possibile, per una persona mentalmente alterata,
procurarsi legalmente armi in America. In realtà, la vicenda ha un rovescio
della medaglia: nella maggior parte dei casi le armi utilizzate dagli sparatori
sono di provenienza illecita ma, soprattutto, sarebbe proprio il divieto di
introdurre (legalmente, ovvio) armi nei campus universitari a costituire un
richiamo irresistibile per pazzi e maniaci, sicuri di trovare un gran numero di
“bersagli” concentrati in poco spazio e, per di più, disarmati. Ecco perché la
senatrice repubblicana Karen Johnson ha avanzato la proposta, in Arizona, di
cancellare lo status di “no gun zone” dei campus universitari. La proposta è
stata approvata dalla commissione giustizia del senato della capitale
dell’Arizona, Phoenix, ma l’iter prima che diventi legge sarà ancora lungo. Nel
frattempo, anche altri Stati americani stanno valutando iniziative simili.