Due drammatici casi di autodifesa, accaduti a breve distanza l’uno dall’altro: un gioielliere di Nicolosi (Ct) che spara ai rapinatori armati (di una scacciacani, si saprà poi) che stanno picchiando la moglie, un agente di polizia penitenziaria fuori servizio di Giugliano (Na) che spara a due uomini armati che vogliono rapinarlo. Se ne occupa l’edizione on-line di Panorama: all’interno dell’articolo, il presidente della commissione sicurezza di Confcommercio, Luc…
Due drammatici casi di autodifesa, accaduti a breve distanza l’uno dall’altro:
un gioielliere di Nicolosi (Ct) che spara ai rapinatori armati (di una
scacciacani, si saprà poi) che stanno picchiando la moglie, un agente di
polizia penitenziaria fuori servizio di Giugliano (Na) che spara a due uomini
armati che vogliono rapinarlo. Se ne occupa l’edizione on-line di Panorama:
all’interno dell’articolo, il presidente della commissione sicurezza di
Confcommercio, Luca Squeri, esprime solidarietà al commerciante siculo, salvo
poi affrettarsi a sottolineare che “il comportamento del gioielliere di
Nicolosi, che dimostra l’esasperazione della categoria, non può e non deve
diventare l’atteggiamento da tenere nei confronti dei rapinatori. Noi ribadiamo
infatti di essere contrari alla giustizia fai da te, ma è altrettanto evidente
che il fenomeno ha raggiunto proporzioni da allarme rosso. Siamo convinti della
necessità di operare affinché chi si sente vittima potenziale della criminalità
non decida di armarsi, ma al contempo chiediamo che lo Stato e le istituzioni
ci aiutino in questa battaglia partendo dall’indissolubile binomio certezza
della pena e controllo del territorio”. Forse, aggiungiamo noi, il problema di
oggi, prima ancora del controllo del territorio e prima ancora della certezza
della pena, è essere capaci di conoscere la differenza tra la tanto nominata
“giustizia fai da te” e la ormai misconosciuta “legittima difesa”. Bisogna
prendere coscienza del fatto che quando il rapinatore è ormai dentro il negozio
il commerciante si trova solo a difendere la propria vita, a prescindere da
quanto in fretta possa arrivare la polizia. Appare grave, tuttavia, che un
responsabile di una organizzazione di categoria non sia in grado di
rappresentarsi il problema per quello che è, preferendo una risposta
politically correct preconfezionata. Consola, per contro, l’appoggio pressoché
unanime fornito dai navigatori web al commerciante, in risposta al sondaggio
dal provocatorio titolo: “e voi avreste sparato al rapinatore?”.