Di Gabriele Cardi
Fondata nel 1949 da alcuni tecnici che durante la guerra avevano lavorato presso la Mauser, la Heckler & Koch entrò nel mondo delle armi nel 1954 con l'acquisto della licenza di produzione del fucile Cetme.
Oltre a quest'arma, conosciuta come G3, la ditta tedesca deve la sua notorietà alla produzione delle pistole mitragliatrici Mp5 e delle pistole P9S, P7 e Vp 70. Come ogni prodotto della Heckler & Koch, la Vp 70 rappresenta un tentativo, a nostro avviso riuscito, di produrre un'arma dalle caratteristiche uniche. Sembra, infatti, che il bisogno principale dei tecnici della Casa di Oberndorf sia quello di pervenire a soluzioni tecnico-meccaniche partendo da presupposti completamente diversi da quelli universalmente accettati.
Sul finire degli anni Sessanta, l'azienda lancia sul mercato due tipi di pistola automatica calibro 9 mm parabellum, una con chiusura metastabile a rulli (modello P9S), l'altra con chiusura a massa e possibilità, in accoppiata con un calciolo contenente uno speciale gruppo di scatto, di tiro a raffica controllata (La Vp 70 appunto). Già dalle soluzioni meccaniche adottate si comprende come i progettisti dell'azienda tedesca non si facciano impressionare dalle altrui esperienze, ma che anzi siano loro a tracciare nuovi sentieri in un settore che non brilla certo in fantasia.
L'uscita sul mercato della Vp 70 creò un certo scalpore tra gli specialisti, ma il risultato commerciale che definire fallimentare è un eufemismo fece presto cadere nel dimenticatoio questa interessantissima realizzazione.
Produrre, infatti, un'arma con lo scatto in sola doppia azione in un periodo in cui negli Stati Uniti (cioé la patria di questo tipo di armi) la Smith & Wesson stava progettando di sospendere la produzione del suo modello Centennial poiché non trovava i favori del pubblico ha un preciso significato, da ricercare a nostro parere nella genialità e preveggenza dei tecnici dell'azienda.
Le peculiarità tecniche della Vp 70 non si fermano comunque al tipo di azione, peraltro già sperimentata nelle automatiche tipo "Le francais" e nei diversi revolver "hammerless" nordamericani, ma investono anche il tipo di materiali impiegati.
Il carrello, infatti, è in lamiera stampata di discreto spessore, in cui è saldato l'otturatore vero e proprio, soluzione adottata in seguito dalla Sig Sauer nelle armi serie 220 e dalla stessa H&K per la successiva P7. Per ciò che riguarda il fusto l'innovazione fu ancora più sostanziale in quanto si adottò, in un momento in cui si dibatteva ancora sulla superiorità dell'acciaio sulla lega leggera, addirittura la plastica, anticipando di oltre dieci anni la Glock. Contravvenendo a un'abitudine consolidata dell'azienda, la canna non ha un profilo poligonale, bensì presenta una rigatura di tipo tradizionale che ha la caratteristica di avere i vuoti molto più profondi del normale, tanto profondi da influenzare, come vedremo, la balistica delle munizioni impiegate. Su quest'ultimo aspetto non siamo riusciti a fare piena luce: i vuoti così pronunciati consentono il passaggio di una parte dei gas di sparo (cosa da noi dimostrata con il cronografo) riducendo la pressione e diminuendo, così, la velocità del carrello. Una tale caratteristica risulta apprezzabile specie se si considera che la versione Vp 70M sparava raffiche controllate di tre colpi. Nella civile Vp 70Z, tale perdita di velocità non è compensata dall'alto volume di fuoco, per cui è necessario impiegare le munizioni più adatte per spremere il massimo da questa pistola.
Il caricatore è del tipo a tre colonne che si riducono a due: l'alimentazione è sfalsata alternativamente a destra e a sinistra come avviene nei caricatori delle pistole mitragliatrici. Anche in questo caso, dunque, la Vp 70Z si rivela interessante.
Come ultimo aspetto si consideri che la Heckler & Koch ha prodotto solo 400 Vp 70Z in calibro 9×21. La H&K Vp 70Z è una pistola semiautomatica in calibro 9×21 con chiusura a massa, sistema di scatto in sola Doppia azione, alimentata da un caricatore bifilare da 18 colpi e dotata di una sicura manuale passante. La pistola, comunque, è sicurissima per un porto con il colpo in canna senza bisogno di alcuna sicura. Sicura che, oltretutto, è l'unico elemento che può invalidare il progetto visto che ha la tendenza a impigliarsi e a inserirsi autonomamente.
Il castello è in plastica stampata a iniezione su alcuni elementi in acciaio che vanno a rinforzare i punti di maggior sollecitazione. La canna è fissa. Il carrello contiene al suo interno un blocco in acciaio lavorato separatamente e poi saldato, che assolve il duplice compito di otturatore e di sede per il percussore. L'estrattore è posizionato esternamente al carrello.
Il percussore può essere facilmente rimosso facendo ruotare di un quarto di giro l'intaglio presente sull'estremità posteriore del carrello.
Gli organi di mira sono fissi, ma mentre la tacca di mira è di tipo tradizionale, il mirino è totalmente innovativo. Tanto innovativo che non esiste, ma viene creato per illusione ottica dalla rampa che dovrebbe reggerlo. La rampa ha una fresatura centrale brunita che la percorre quasi per intero, mentre i bordi esterni sono stati lucidati. Il puntamento, pertanto, si esegue su questa linea scura e negli intendimenti del costruttore l'effetto luce-ombra favorisce l'acquisizione del bersaglio anche in condizioni di luce sfavorevoli. Nel nostro breve test non è stato possibile evidenziare ciò, tuttavia l'arma non è parsa penalizzata da questa scelta. Ciò che invece è balzato agli occhi è lo scarso ingombro del tutto e l'incredibile solidità del mirino così realizzato.
Esiste poi un blocco di sicurezza al percussore, assicurato al dente di armamento, che aggancia il percussore e non gli consente di avanzare se non quando il grilletto è premuto a fondo. Gli scatti sono la nota dolente di tutta la prova. La partenza del colpo avviene con molto sforzo, solo quando cominciamo a pensare che il nostro dito stia ormai premendo sul castello della pistola e del grilletto non resti più traccia visibile.
Il peso necessario a caricare la molla che lancia il percussore è sopra i 5.500 grammi. Queste scelte, tuttavia, sembrano volute dal costruttore in vista dell'utilizzo dell'arma da parte di corpi di polizia o reparti dell'esercito.
L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – aprile 1992
Produttore: Heckler & Koch GmbH, Oberndorf, GermaniaDistributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471803000, www.bignami.it
Modello: Vp 70Z
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9×21
Funzionamento: chiusura labile
Scatto: Doppia azione
Alimentazione: caricatore bifilare
Numero colpi: 18
Lunghezza canna: 116 mm
Sicura: manuale a pulsante scorrevole al ponticello
Peso: 820 grammi senzsa caricatore
Mire: fisse