In occasione dell’anniversario della strage di Parkland, il presidente statunitense Joe Biden è tornato a sollecitare il congresso per l’approvazione delle norme “di buon senso” in materia di armi. Due i provvedimenti attualmente allo studio
Domenica, in occasione della commemorazione della strage svoltasi a Parkland, in Florida, nella quale furono uccisi 14 studenti e tre insegnanti in una scuola superiore, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è tornato a invocare provvedimenti restrittivi in materia di armi: “questa amministrazione”, ha dichiarato Biden, “non aspetterà il prossimo omicidio di massa per rispondere all’appello. Faremo i passi necessari per porre fine alla violenza armata epidemica e rendere le nostre scuole e le nostre comunità più sicure. Lo dobbiamo a tutti coloro i quali hanno perso la vita e ai superstiti”. Gli interventi sui quali Biden punta sono relativi alla generalizzazione dei background check (il controllo preventivo sul database federale, alla ricerca di precedenti penali o trattamenti psichiatrici pregressi) per tutte le transazioni in materia di armi, ma anche la messa al bando delle cosiddette “carabine d’assalto”, dei caricatori ad alta capacità e l’eliminazione dell’immunità per i produttori di armi.
La portavoce della Camera, Nancy Pelosi, ha replicato al presidente confermando che il Congresso sta già lavorando a due progetti di legge sul Background check, denominati Bipartisan background check act ed Ehnanced background check act: “non ci fermeremo finché tutti gli americani, nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle nostre comunità, non saranno al sicuro una volta per tutte”, ha dichiarato la Pelosi.