Il Paese del dragone scala la classifica mondiale dei produttori di armi superando la Russia e aggiudicandosi la medaglia d’argento. Gli Stati Uniti mantengono saldamente il gradino più alto del podio.
Nell’arco di poco più di 20 anni l’industria armiera cinese si è trasformata da una realtà in via di sviluppo, dipendente in larga misura dal supporto della Russia, a una vera e propria potenza mondiale. Secondo l’ultimo rapporto del Sipri, lo Stockholm international peace research institute, pubblicato a dicembre 2020, la Cina avrebbe conquistato il secondo posto tra i produttori mondiali di armi, superando addirittura la Federazione russa, alle spalle degli Stati Uniti. Stando ai dati pubblicati dal Sipri, 4 tra le prime 25 industrie armiere al mondo sono cinesi, 3 delle quali nella “top ten”, e rappresentano il 16% del totale delle vendite di armi nel mondo, con un fatturato complessivo di 56,7 miliardi di dollari. Le industrie armiere russe a rientrare nella top 25, invece, sono solamente 2 e rappresentano poco meno del 4% del totale del mercato, per un fatturato di 13,9 miliardi di dollari.
Secondo il Sipri il bilancio della spesa cinese nel settore della difesa è aumentato dell’85%, mentre la spesa militare russa è in costante contrazione a partire dal 2015. Il Dragone avrebbe raggiunto un livello tecnologico più avanzato rispetto a quello russo soprattutto nelle tecnologie chiave emergenti, come quelle legate all’intelligenza artificiale e ai velivoli militari privi di equipaggio.