Alcune aziende statunitensi producono ormai da alcuni anni innovativi proiettili per la difesa personale che offrono prestazioni paragonabili o superiori alle hollow point, senza però essere in alcun modo espansive. Potrebbero essere una soluzione anche in Europa?
Nella vecchia Europa e in particolare in Italia, sono ormai decenni che i proiettili “a espansione”, per citare la legge 110/75, non possono essere utilizzati per la difesa personale. Ciò perché nell’allegato I della direttiva armi 91/477, sono state inserite nella categoria “A” (armi da fuoco proibite) “Le munizioni per pistole e rivoltelle dotate di proiettili ad espansione nonché tali proiettili, salvo quelle destinate alle armi da caccia o tiro al bersaglio per le persone abilitate a usare tali armi” (punto 5). Questa indicazione è stata recepita in Italia con decreto legge n. 306 del 1992, convertito con legge n. 356 dello stesso anno, che ha modificato l’articolo 2 della legge 110/75 aggiungendo, appunto, i proiettili “a espansione” tra quelli proibiti, insieme a traccianti, perforanti, incendiari eccetera.
Negli Stati Uniti, i proiettili a punta cava sono invece comunemente ed efficacemente impiegati, tanto dalle agenzie di polizia quanto dai privati cittadini e in questi anni c’è stata una continua evoluzione tecnologica nello specifico segmento. La quale, paradossalmente, è arrivata al punto da superare la necessità di espansione del proiettile per fornire la massima efficacia terminale, giungendo ad alcuni progetti di proiettili monolitici che potremmo definire “a croce”, che sfruttano il principio della cavitazione. Ve ne proponiamo un paio di esempi, che potrebbero in effetti trovare applicazione anche qui da noi, atteso il fatto che non essendo “a espansione” potrebbero trovare lecita applicazione difensiva anche in Italia, nel momento in cui magari un produttore di munizioni europeo o nazionale iniziasse a caricare munizioni finite con questa configurazione.
L’articolo completo lo trovate su Armi e Tiro di febbraio 2021, in edicola
Si tratta di un proiettile che oltre a caratteristiche terminali di efficacia superiore ai proiettili hollow point convenzionali, offre anche una capacità frangibile (cioè si disintegra impattando contro superfici dure come cemento o acciaio), grazie alla costruzione in pulviscolo di rame in matrice polimerica. Questo consente di avere un proiettile che si comporta come una palla di tipo convenzionale nel corpo umano, azzerando però al contempo il rischio di rimbalzi pericolosi in un contesto urbano. Questo brevetto è stato commercializzato anche con il brand Ruger, oggi il principale produttore di munizioni finite con questa configurazione è la statunitense Inceptor (inceptorammo.com), distribuita Oltreoceano da Ruag Usa.
La palla ha profilo ogivale a sesto acuto (quasi conica), con tre scanalature sinusoidali a 120 gradi intorno alla punta. Considerando il basso peso della palla in rapporto a quanto sarebbe tipico per i calibri nei quali è caricata (dal 9 corto al .45 acp), si ottiene una elevatissima velocità iniziale. Per fare un paragone, a fronte di palle in piombo calibro 9 mm che normalmente pesano tra i 115 e i 124 grani, il proiettile Arx pesa soli 65 grani e il produttore dichiara una velocità alla bocca di 500 metri al secondo. All’impatto contro i tessuti molli, le scanalature creano un moto di compressione e aspirazione secondo il principio del tubo di Venturi, che determina uno shock idrodinamico non solo paragonabile ma, dai test in gelatina, addirittura superiore a quello ottenibile con proiettili hollow point convenzionali. La forma dell’ogiva consente una alimentazione affidabile in tutte le principali armi semiautomatiche in commercio, il modesto peso di palla in rapporto al calibro determina anche reazioni allo sparo particolarmente contenute e, di conseguenza, una elevata controllabilità dell’arma. Inoltre la palla, molto leggera, tende a perdere velocità rapidamente contenendo al massimo la gittata, nel caso di bersaglio mancato.
Il secondo design di proiettile che vogliamo presentarvi è stato concepito (e brevettato) da Lehigh defense (lehighdefense.com) e si chiama Xtreme defense. Deriva da un altro progetto di poco precedente, denominato Penetrator. In questo caso le scanalature sull’ogiva sono tanto accentuate da far assumere al vertice un profilo spiccatamente cruciforme. Il principio di funzionamento è il medesimo del proiettile Arx, così come anche le spiccate caratteristiche di elevata velocità iniziale. La differenza sostanziale è rappresentata dal materiale costitutivo, che è in lega di rame. In questo caso la disponibilità a catalogo copre dal 7,65 mm (.311-.312) fino al .500 e nel classico 9 mm il peso di palla è di 90 grani. La caratteristica combinata dell’impiego della lega di rame per la realizzazione, e dello specifico profilo di palla, conferisce oltre a una elevatissima efficacia terminale, anche la capacità di attraversamento di barriere mantenendo praticamente intatta la capacità vulnerante. Il tipico esempio è quello della perforazione del cristallo frontale di una autovettura (barriera che spesso compromette le prestazioni terminali di un hollow point convenzionale). Questo tipo di palla è attualmente caricato da Black hills nella gamma Honey badger e da Underwood.
I riscontri sul bersaglio mostrano, per entrambi i proiettili (Arx e Lehigh) una precisione non inferiore alla controparte convenzionale o a punta cava dello stesso calibro. Le reazioni allo sparo sono molto contenute grazie al basso peso della palla, l’affidabilità in alimentazione risulta ottima. In particolare il proiettile Arx esplica notevoli potenzialità nell’impiego difensivo tra le mura domestiche, vista la natura frangibile che impedisce i rimbalzi pericolosi. Per contro può offrire dal punto di vista terminale una efficacia molto superiore rispetto al tradizionale proiettile in piombo nudo, specialmente in calibri a bassa pressione di esercizio con il 9 corto o il .38 special. I proiettili vengono recuperati dopo l’impatto assolutamente intatti, tanto che sperimentalmente si è anche riusciti a ricaricarli e ri-spararli.