In attesa che venga deciso qualcosa al riguardo a livello nazionale, intanto c’è un primo successo a livello regionale: parliamo della decurtazione delle tasse di concessione governativa per il porti di fucile per caccia, a fronte di una stagione venatoria 2020-2021 fortemente compromessa dalle limitazioni per il contrasto all’epidemia Covid. La Regione Sicilia, su proposta della Lega, ha infatti deliberato nella Finanziaria regionale una riduzione del 70 per cento della tassa regionale, per l’anno 2021. “Già due mesi fa la Lega ha presentato in aula un ordine del giorno sull’argomento, accolto poi dall’Assessore Scilla nel testo della finanziaria regionale”, ha commentato Antonio Catalfamo, caporguppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana, “rivendichiamo con orgoglio il nostro impegno su questo argomento. Il voto su questo articolo riconosce finalmente il diritto dei cacciatori a una forma di compensazione per un esercizio evidentemente compromesso a causa dei vincoli dettati dall’emergenza Covid per l’anno in corso”.
Analoga iniziativa è stata richiesta formalmente alla giunta e al consiglio regionale del Veneto, da parte dell’Associazione cacciatori veneti e in tutte le altre regioni italiane da parte dell’Associazione per la cultura rurale, in collaborazione con la Confederazione delle associazioni venatorie italiane. “In questo momento di particolare difficoltà economica, occupazionale e sociale”, ha commentato il presidente dell’Associazione cacciatori veneti, Sergio Berlato, “molti cacciatori si vedono costretti a decidere se rinunciare a rinnovare la licenza di caccia visto l’elevato importo delle tasse di concessione governativa (euro 173,16) e delle tasse di concessione regionale (euro 84,00), che si aggiungono alle quote di accesso agli Ambiti territoriali di caccia ed ai Comprensori alpini (mediamente dai 100 ai 300 euro)”.