Modificare l’articolo 42 del Tulps e altre disposizioni in materia di porto d’armi da parte del personale delle forze di polizia, del rilascio e del rinnovo della licenza di portare armi. Questa in estrema sintesi la richiesta che è stata presentata alla camera dei deputati il 22 aprile scorso. Primo firmatario dell’iniziativa parlamentare è stato Gianni Tonelli, parlamentare emiliano eletto nelle liste della Lega e già segretario generale del Sap (Sindacato autonomo di polizia).
Per Tonelli e per gli altri firmatari l’articolo 1 della proposta di leggere deve “autorizzare tutti gli agenti e ufficiali di polizia giudiziaria delle forze di polizia a ordinamento civile e militare a portare senza licenza le armi previste dall’articolo 42 del Tulps, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, come già previsto per i funzionari e gli ufficiali delle forze di polizia in quanto ufficiali di pubblica sicurezza. Tale previsione consentirà a tutti gli operatori delle forze di polizia a ordinamento civile e militare di portare fuori dal servizio armi facilmente occultabili e, dunque, gestibili anche in abiti borghesi”.
L’articolo 2, comma 1, “estende tale facoltà anche agli operatori delle forze di polizia in quiescenza, se in possesso dei prescritti requisiti psico-fisici, al fine di usufruire dell’esperienza e dell’elevata formazione degli ex appartenenti ai corpi di polizia. Tale previsione, peraltro, agevola in particolare l’autodifesa di coloro che, durante gli anni di servizio, sono stati impiegati per attività antiterroristica o nell’antimafia e che, dopo essere andati in pensione, sono più esposti a eventuali ritorsioni della criminalità organizzata.
Il comma 2 dello stesso articolo “prevede un’ulteriore semplificazione delle pratiche burocratiche per il rinnovo del porto di armi, introducendo il meccanismo del silenzio assenso, pur mantenendo in capo all’autorità amministrativa la facoltà di intervenire successivamente.
Alla base di questa proposta di legge c’è “la necessità di fare fronte a nuove minacce e, in particolare, a quella terroristica; a garantire un migliore controllo del territorio e, in generale, ad aumentare i livelli di sicurezza dei cittadini”, tenendo presente che in questo senso “in più occasioni, i vertici dell’amministrazione della pubblica sicurezza hanno ritenuto necessario invitare gli operatori di polizia a portare l’arma di ordinanza anche al di fuori dell’orario di servizio, con l’obiettivo ultimo di prevenire possibili minacce alla pubblica incolumità”.
Proposta di legge