Fondazione Una (Uomo, natura, ambiente) e Urca Macerata hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per collaborare alla creazione, sviluppo e promozione a Serrapetrona (Mc) di un Centro di Lavorazione riconosciuto della selvaggina derivante da attività di caccia di selezione (in particolare di ungulati), con l’intento di fornire un prodotto di qualità e inserirlo in una filiera tracciata. In continuità con quanto sviluppato con il progetto “Selvatici e buoni”, Fondazione Una intende collaborare con tutte le Istituzioni interessate a livello regionale e locale e metterà a disposizione dell’iniziativa risorse e dati scientifici, impegnandosi a cooperare per organizzare corsi di formazione rivolti ai cacciatori, quali anelli primari della filiera, nonché collaborare per mettere a punto un disciplinare di “marchio di qualità garantita” da presentare alla Regione Marche.
La Fondazione, infatti, tra il 2016 e il 2019 ha realizzato il Progetto “Selvatici e buoni” (selvaticiebuoni.it), con l’obiettivo principale di sviluppare una filiera delle carni di ungulati selvatici a vita libera, attraverso una specifica attività di formazione per assicurarne le caratteristiche igienico-sanitarie e valorizzare il prodotto sino ad arrivare alla sua promozione sul territorio. Il Progetto, al quale ha partecipato l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo e l’Università statale di Milano, è stato attuato in via sperimentale nella Provincia di Bergamo e, in considerazione dei positivi riscontri, è stato oggetto di un Protocollo d’intesa sottoscritto con la Regione Lombardia nell’ottobre 2019 per l’estensione dello stesso in altri ambiti regionali.
La realizzazione di una filiera della selvaggina tracciabile consentirà di ottenere ritorni positivi in termini di legalità, trasparenza, sicurezza alimentare, igiene dal momento dell’abbattimento fino alla commercializzazione ed al successivo consumo.
In particolare Urca, attraverso il nuovo Centro di lavorazione di Serrapetrona, svilupperà una filiera alimentare della selvaggina che, nell’ambito di un progetto sperimentale, gestito dai cacciatori per i cacciatori e non solo, si articolerà mediante attività di formazione, miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie, caratterizzazione e valorizzazione del prodotto sino ad arrivare alla sua promozione e distribuzione sul territorio (macellerie, ristoranti, agriturismi, Gdo eccetera).
Inoltre, la presentazione di un prodotto sano e di qualità nel mercato rappresenterà una leva sociale per rilanciare l’economia locale, nell’ottica del recupero delle aree interne e dei borghi dell’Appennino. Infatti, Il borgo di Serrapetrona è uno dei tanti piccoli comuni italiani che risente del graduale abbandono delle terre e delle attività di manutenzione. Ciò espone queste realtà a fenomeni di dissesto idrogeologico e di degrado delle risorse naturali e boschive, comportando anche l’impoverimento delle potenzialità produttive, per la scarsa attrattività e, dunque, la difficoltà di accogliere nuove famiglie e imprese e di incoraggiare il turismo.
Questi territori remoti, quindi, presentano fragilità non solo fisiche, ma anche economiche e di servizi su cui occorre intervenire perché la produttività di un Paese cresce anche riducendo le disuguaglianze. Fondazione Una vuole contribuire ad una inversione di tendenza su tale tema, per riportare le persone, le famiglie e le aziende nei borghi italiani, contribuendo a costruire una filiera che permetta uno sviluppo dell’occupazione e dell’economia locale dei borghi italiani.
L’iniziativa ha il patrocinio di Regione Marche, il Comune di Serrapetrona, l’Ambito Territoriale di Caccia M2 – Val di Chienti e la Comunità Montana dei Monti Azzurri ed è stata realizzata in collaborazione con l’Università della Sapienza di Roma, l’Università degli studi di Urbino, l’Università di Camerino e l’Istituto Zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati”.