La Francia è stata la prima a recepire la direttiva europea 2017/853 e una delle più draconiane nei confronti dei legali detentori: a quanto sembra, a Marsiglia non è servito a molto, visto che il sindaco Benoit Payan, dopo l’ennesimo omicidio tra gang, evidenzia la facilità di acquistare in città un Ak 47. Illegale, ovviamente.
A Marsiglia, gli omicidi con armi da fuoco tra gang per il controllo del territorio e del mercato degli stupefacenti sono sempre stati endemici. La situazione tuttavia sembra aggravarsi, dopo che nell’ultima settimana sono state ben 4 le vittime accertate (e due feriti), tanto da far dichiarare al sindaco della città, Benoit Payan, che il fenomeno sia “fuori controllo”.
Il sindaco ha in particolare puntato il dito sulla necessità di rafforzare la presenza e il controllo da parte della polizia, in special modo sul traffico di armi: “A Marsiglia”, ha dichiarato, “acquistare un Kalashnikov è più facile che acquistare un panino al cioccolato. Questo fenomeno deve cessare e il ministro dell’Interno, che è consapevole del problema, deve renderlo un obiettivo primario. Se le persone vengono uccise a colpidi Kalashnokov, è perché questo tipo di armi viene venduto troppo facilmente nel territorio della città”. Il ministro dell’Interno, lo scorso febbraio aveva peraltro annunciato l’invio di 300 operatori di polizia, 120 dei quali sono già giunti nel territorio metropolitano.
Risulta tristemente ironico che una delle più importanti città francesi si trovi a fronteggiare una evidentemente massiccia presenza di armi illegali con elevata capacità lesiva, quando fu proprio la Francia il primo Paese dell’Unione europea a recepire la direttiva europea 2017/853 e proprio la Francia scelse di recepirla in senso particolarmente punitivo per i legali detentori di armi, millantando una efficacia nei confronti della lotta al terrorismo e al traffico illegale di armi, che evidentemente (nero su bianco, dati alla mano), la direttiva non ha. Perché, come anche un bambino di 5 anni poteva capire da sé, la fonte di approvvigionamento delle armi illegali oggi maggiormente diffuse presso la criminalità europea, proviene dagli arsenali ex jugoslavi e dei Paesi dell’ex patto di Varsavia, depredati negli scorsi decenni, piuttosto che dalla diversione di armi legali. Ancora una volta ai legali possessori di armi europei è stato chiesto di fare sacrifici e rinunce, in cambio di niente, perché la sicurezza pubblica non è aumentata di una virgola.