Zastava arms è una delle aziende produttrici di armi più tradizionali dell’Europa centrale: la sua fondazione risale al 1853 ma, in particolare nel XX secolo, si è segnalata per l’eccellente qualità costruttiva delle armi prodotte per il settore militare, dal fucile modello 24 su base Mauser 98 ai fucili mitragliatori, alle mitragliatrici e così via. Nel dopoguerra, ha assolto in modo eccellente le necessità strategiche dell’esercito di Jugoslavia, acquisendo in effetti un background tecnico approfondito particolarmente sulla piattaforma Ak, con le varianti locali M64, M70 e così via. Varianti, occorre dirlo, che risultano di qualità particolarmente elevata tra tutti i cloni Ak realizzati in giro per il mondo e, soprattutto, tra le più robuste, visto che la serie M70 era concepita proprio per sopportare anche un impiego continuativo (e gravoso) dell’arma come lanciagranate da fucile, tramite l’apposito tromboncino amovibile di volata. Per questo motivo, la porzione anteriore del telaio, dove si innesta il blocco di culatta, e il blocco medesimo, risultano particolarmente irrobustiti al fine di sopportare senza danno le forti sollecitazioni conseguenti al tiro delle bombe da fucile, anticarro e anti-personale.
Con la morte del maresciallo Tito, la dissoluzione della federazione jugoslava così come era strutturata nel corso della guerra fredda, l’azienda è comunque non soltanto rimasta in attività ma, anzi, in particolare negli ultimi anni ha dato vita a un processo di ammodernamento produttivo, che da un lato ha portato al conseguimento delle certificazioni Iso 9011:2008 e Sno 9000/05, dall’altro a un profondo aggiornamento della gamma produttiva, sia per quanto riguarda le armi militari, sia per quanto riguarda le carabine per la caccia e il tiro sportivo. L’eredità della “cellula” Ak ha dato vita, nel settore militare, a un fucile d’assalto di nuova generazione, che in 7,62×39 è declinato nella serie M05, in 5,56×45 mm nella serie M21 adottata peraltro dall’esercito serbo in sostituzione, appunto, dell’M70. La controparte per il mercato civile di quest’arma è rappresentata dai modelli Pap, prettamente sportivo, e Pap G, controparte più tattica che rappresenta, in effetti, la versione semiauto-only dell’M05E2.
Dopo alcuni anni di assenza dal mercato italiano, le carabine Zastava sono nuovamente disponibili per gli appassionati di casa nostra, grazie all’interessamento dell’armeria Fuliber di Villa Opicina, appena fuori Trieste, che è il distributore ufficiale, che ci ha gentilmente messo a disposizione due esemplari della serie Pap.
Come sono fatti
Il Pap “sportivo” e il Pap G “tattico” condividono la medesima canna, lunga 415 millimetri con rigatura a sei principi destrorsi ricavata per rotomartellatura a freddo, sulla quale è poi investito il supporto per il mirino. Nella Pap, la volata è liscia, nella Pap G risulta filettata e con ritegno a molla per il montaggio di un rompifiamma cilindrico a tre asole disposte a 120 gradi. La carcassa è di stretta derivazione militare, in lamiera stampata con il tipico irrobustimento in corrispondenza del blocco di culatta con le sedi di chiusura dell’otturatore. Quest’ultimo è tipicamente Ak, con due alette frontali di chiusura, estrattore a unghia, espulsore fisso sul telaio, percussore scorrevole senza molla di ritorno. Il funzionamento è probabilmente tra i più noti al mondo, ma giova riprenderlo per sommi capi a beneficio dei neofiti: allo sparo, l’otturatore è saldamente in chiusura grazie all’interazione tra le alette di chiusura e le rispettive sedi nel blocco di culatta; parte dei gas di sparo sviluppati dall’accensione del propellente vengono spillati attraverso un foro all’incirca a metà canna, dove vanno a spingere all’indietro un pistone solidale al portaotturatore. Quest’ultimo viene sospinto all’indietro e, per mezzo di un profilo a camme, costringe l’otturatore a ruotare, disimpegnando le alette di chiusura dalle rispettive sedi. L’otturatore viene, infine, trascinato all’indietro dal portaotturatore, estraendo ed espellendo il bossolo. L’otturatore e il portaotturatore sono cromati, l’anima della canna invece non è rivestita. La molla di recupero è in parte inserita all’interno del portaotturatore, in asse con il pistone, e in parte si trova alle spalle di esso, per essere trattenuta in posizione per mezzo di un dente solidale al guidamolla, che si aggancia sull’estremità posteriore del telaio. Il dente ha anche lo scopo di trattenere in posizione il coperchio di protezione della meccanica, che anteriormente si punta in un incastro sul manicotto di culatta. Premendo il dente del guidamolla, che sporge dall’estremità posteriore del coperchio, si può iniziare lo smontaggio, che prevede appunto la rimozione del coperchio, quindi lo svincolo del guidamolla con la relativa molla e infine l’estrazione del portaotturatore completo di otturatore. Rispetto all’archetipo Ak, nella serie Pap è presente un perfezionamento, rappresentato da un pulsante a molla che protrude dal lato sinistro dello spigolo posteriore del telaio. Questo pulsante funge da “sicura” per prevenire smontaggi accidentali, in pratica limita la corsa del dente del guidamolla, in modo tale che anche in caso di urto fortuito non possa determinarsi lo sgancio accidentale del coperchio, né tantomeno la fuoriuscita del guidamolla dalla propria sede. Quindi, per smontare l’arma, prima di spingere sul dente posteriore, occorrerà premere il pulsante sulla sinistra dell’arma.
L’alimentazione è costituita dai classici caricatori amovibili a presentazione alternata, ricurvi, dell’Ak47, l’avvenuta classificazione sportiva di entrambe le varianti consente legalmente la detenzione e l’impiego (denunciandoli) di caricatori con capacità fino a 33 colpi. Ovviamente, se si decide di acquistare caricatori di capacità superiore a 10 colpi, sarà anche necessario essere iscritti a un Tsn o a un campo di tiro affiliato al Coni o a una federazione sportiva del Coni, come previsto dal decreto legislativo 104 del 2018. I caricatori di serie sono metallici e la conformazione dell’elevatore trattiene l’otturatore in apertura dopo lo sparo dell’ultimo colpo, se si utilizzano caricatori standard Ak invece l’otturatore resta chiuso al termine delle cartucce. Invariato il sistema di ritegno, con dente anteriore e leva a bilanciere posteriore. Anche la sicura manuale è in puro stile Ak, quindi costituita dalla leva basculante sul lato destro del telaio che in posizione sollevata blocca lo scatto e occlude la feritoia di scorrimento della manetta di armamento nel telaio (proteggendo la meccanica dalla sporcizia), mentre ruotandola verso il basso consente lo sparo. Ovviamente il telaio è “nativo” semiautomatico, quindi oltre a mancare gli organi preposti alla raffica, manca anche la posizione intermedia della leva della sicura. Tra i due modelli c’è tuttavia una differenza nella conformazione della leva, nella variante “sportiva” Pap è infatti presente una tacca che può consentire il blocco in apertura dell’otturatore, arretrando la manetta e inserendola nello scasso in questione della leva.
Un’arma, due anime
La serie Pap è declinata, come abbiamo anticipato, in due differenti “anime”, che sono rappresentate dal modello Pap propriamente detto, più indirizzato verso un look prettamente sportivo, e dal modello Pap G, che rappresenta invece la copia civile dell’M05E2 full auto. Il cuore è il medesimo, a fare la differenza sono i fornimenti esterni. Per il modello Pap, questi ultimi sono rappresentati da un’astina e copricanna in polimero, da un calcio anch’esso in polimero che è tutt’uno con l’impugnatura a pistola (quindi ha configurazione cosiddetta thumb-hole) e da una slitta Picatinny lunga 144 mm, con 14 slot, fissata sulla sommità del coperchio per mezzo di due perni ribattuti. Sul lato sinistro, inoltre, c’è la classica slitta a standard russo fissata al telaio, per l’installazione di un attacco per ottica di puntamento. Gli organi di mira sono costituiti dal classico mirino a palo regolabile in elevazione (avvitandolo o svitandolo sulla propria sede), protetto da alette, a cui fa riscontro un alzo a tangente regolabile fino a 1.000 metri, con finestra a “U”.
Il modello Pap G è, come si diceva, più aggressivo e prettamente tattico, quindi ha impugnatura polimerica a pistola separata, morfologicamente una evoluzione con grip perfezionato di quella che veniva installata sugli M70, e un calcio polimerico a stampella che si può ripiegare sul lato destro dell’arma, grazie a uno snodo con un innesto a gancio, concettualmente simile a quello del Fal Fn Parà. Il coperchio è liscio, sono in compenso presenti due distinte slitte Picatinny sull’astina e sul copricanna, rispettivamente (sotto) di 141 mm con 13 slot e (sopra) di 117 mm con 11 slot. Gli organi di mira sono del tutto simili a quelli del modello Pap, ma la finestra a “U” sull’alzo a tangente presenta sui lati due riferimenti puntiformi luminescenti ad alta visibilità, ai quali fa riscontro una foglietta abbattibile con un terzo riferimento puntiforme, che una volta ruotata verso l’alto in posizione di impiego, va a coprire il mirino. Presente anche sul Pap G la slitta porta ottica sul lato sinistro del telaio, che è tipica del modello militare M05E2, laddove invece la versione M05E1 ne è priva.
L’ingombro complessivo è comunque inferiore al metro per entrambe le varianti, ovviamente ripiegando il calcio della Pap G si ottiene la massima compattezza e praticità di trasporto, con una lunghezza di soli 710 millimetri. Per contro, la calciatura thumb-hole della Pap consente un comfort indubbiamente superiore, grazie al profilo anatomico con appoggiaguancia dotato di Montecarlo, al morbido calciolo in gomma e all’impugnatura a pistola anatomica.
Lo scatto è stata una piacevole sorpresa, molto simile su entrambi gli esemplari: ripartito con una corsa in un solo tempo, è risultato pulitissimo e costante fino allo sgancio, pressoché privo di collasso di retroscatto e con un valore di sgancio rilevato con il nostro dinamometro Lyman pari a 1.800 grammi (laddove, per esempio, ben sappiamo che un qualsiasi Ar15 viaggia di serie intorno ai 2.500). Questo ha consentito di prendere confidenza immediata con le armi, sulla linea di tiro.
La nostra prova
La prova a fuoco si è svolta sulle linee a 50 metri dell’Oklahoma camp di Uboldo (Va), struttura che offre una eccellente flessibilità per gli appassionati grazie alla possibilità di sparare con pistola, fucile e carabina dai 10 ai 100 metri. La nostra dotazione di munizioni era rappresentata dalle Sellier & Bellot Fmj del peso di 124 grani, scelta indubbiamente valida per quanto riguarda il rapporto qualità/prezzo ma certamente che non può essere definita “match”. Ciò nonostante, le armi hanno evidenziato una eccellente precisione intrinseca, con la versione Pap G siamo riusciti a inanellare una serie di 5 colpi in 45 millimetri in appoggio anteriore, ma è con la Pap più “sportiva” che siamo rimasti decisamente allibiti, visto che a 50 metri, sempre in appoggio anteriore, siamo riusciti a mettere quattro colpi in un solo foro, con un quinto leggermente più basso a sinistra per un diametro totale della rosata di 32 millimetri. Con un clone Ak, non siamo mai riusciti a ottenere un risultato che anche solo si avvicinasse a questo. Il merito è indubbiamente da ascriversi alla qualità costruttiva complessiva dell’arma, alla realizzazione della canna ma, soprattutto, al design ergonomico del calcio “sportivo”, la cui impugnatura riempie perfettamente il palmo della mano, mentre la pala del calcio si inserisce con garbo ma anche assoluta precisione tra spalla e zigomo, realizzando un insieme assolutamente stabile nel quale è tutta la parte superiore destra del tronco a interfacciarsi con essa. Anche la lunghezza è assolutamente azzeccata (almeno per tiratori della nostra statura, 1,80 metri). Abbiamo provato anche qualche colpo in piedi e, infine, abbiamo provato a montare sulla slitta Picatinny del coperchio un red dot Aimpoint Micro H2, scoprendo in tal caso una piccola nota stonata, ovvero un disassamento della slitta di qualche grado verso destra rispetto all’asse della canna. Abbiamo compensato con la ghiera per la regolazione del punto di impatto in derivazione, il nostro scopo più che altro era quello di verificare la stabilità del montaggio di uno strumento ottico (seppur privo di ingrandimento) su un elemento amovibile come il coperchio. Smontando e rimontando quest’ultimo, con l’Aimpoint montato sopra, non abbiamo riscontrato variazioni del punto di impatto, va osservato in particolare che una volta correttamente incastrato nell’arma, il coperchio non ha palesato la benché minima tolleranza rispetto alla propria sede, tanto da sembrare un componente inamovibile. Ovviamente, nel caso in cui fosse necessario osare qualcosa di più, quindi magari con un’ottica a ingrandimento, si potrà utilizzare la staffa laterale montata sul telaio.
La Pap G, a nostro avviso, è una delle più belle interpretazioni moderne militari dell’Ak: l’impugnatura è veramente comoda e grippante, anche il calcio ripiegabile che, malgrado si ripieghi sul lato destro, non ostacola in alcun modo l’armamento dell’otturatore o l’espulsione. Molto solido lo snodo, in posizione estesa il calcio non presenta alcuno “sbacchettamento” nella propria sede e sembra essere un calcio fisso, ovvio che rispetto al calcio anatomico della versione sportiva, risulta meno avvolgente e meno confortevole per lo zigomo, ma questo non si riflette in alcun modo sull’efficacia del tiro. Abbiamo effettuato alcune sessioni sia con il mirino a piolo standard, sia con il riferimento ad alta visibilità frontale eretto, riscontrando che quest’ultimo, utilizzato di giorno, risulta meno agevole nel tiro istintivo in quanto pressoché annulla la “luce” ai lati rispetto alla larghezza della “U” dell’alzo. Il che spiega perfettamente perché sia stato reso ripiegabile.
Il denominatore comune tra i due modelli è una meccanica Ak pressoché ortodossa, realizzata con componenti di qualità: tutto è estremamente fluido, dall’inserimento e aggancio del caricatore alla cameratura della cartuccia, all’espulsione dei bossoli. Questi ultimi vengono proiettati, come è costume, marcatamente in avanti, grazie all’urto contro lo spigolo del coperchio. Recuperati, hanno palesato deformazioni anelastiche assenti, nessun segno di affumicatura, percussione non centratissima ma di ottima potenza con impronta marcatamente a sezione trapezoidale. L’unico segno che indica che si tratta di bossoli sparati è l’ammaccatura dell’urto contro il coperchio, marchio inconfondibile della meccanica Kalashnikov.
Altra riprova dell’ottima qualità costruttiva è che lo smontaggio risulta molto agevole, senza insolite resistenze o inceppamenti nello smontaggio e soprattutto nel rimontaggio, in particolare del coperchio in lamiera. Il quale, comunque, risulta del tutto saldo in posizione.
L’articolo completo su Armi e Tiro di luglio 2021
Scheda tecnica
Produttore: Zastava arms
Distributore: Armeria Fuliber, fuliber.it
Modello: Pap
Calibro: 7,62×39
Funzionamento: semiautomatico, sottrazione di gas
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare a presentazione alternata
Numero colpi: da 5 a 33
Canna: lunga 415 mm, rigatura a 6 principi destrorsi
Lunghezza totale: 940 mm
Scatto: diretto, monostadio, peso rilevato 1.800 g
Percussione: cane interno
Sicura: manuale a leva sul fusto
Mire: mirino a piolo regolabile in elevazione, alzo a tangente regolabile fino a 1.000 metri; slitta Picatinny sul coperchio per l’installazione di organi di mira ausiliari; attacco laterale per ottica
Materiali: acciaio al carbonio, calciatura e astina in polimero
Finiture: brunitura nera opaca
Peso: 4.150 g
Qualifica: arma sportiva
Prezzo: 999 euro, Iva inclusa
Modello: Pap G
Calibro: 7,62×39
Funzionamento: semiautomatico, sottrazione di gas
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare a presentazione alternata
Numero colpi: da 5 a 33
Canna: lunga 415 mm, rigatura a 6 principi destrorsi, filettatura in volata per rompifiamma a tre luci
Lunghezza totale: da 710 a 960 mm
Scatto: diretto, monostadio, peso rilevato 1.800 g
Percussione: cane interno
Sicura: manuale a leva sul fusto
Mire: mirino a piolo regolabile in elevazione, con riferimento abbattibile ad alta visibilità; alzo a tangente con riferimenti ad alta visibilità regolabile fino a 1.000 metri; slitte Picatinny sull’astina per l’installazione di organi di mira ausiliari; attacco laterale per ottica
Materiali: acciaio al carbonio, calciatura e astina in polimero
Finiture: brunitura nera opaca
Peso: 3.600 g
Qualifica: arma sportiva
Prezzo: 1.350 euro, Iva inclusa