È stata bocciata con ampia maggioranza la mozione avanzata in Regione Lombardia dai consiglieri di +Europa e Pd per impegnare la giunta a prevedere, nelle linee guida sulla sicurezza del personale sanitario previste dalla legge regionale 15/2020, un esplicito divieto rispetto all’ingresso di armi nelle strutture sanitarie, salva esclusiva deroga per le forze dell’ordine.
La consigliera Barbara Mazzali di Fratelli d’Italia (in foto) ha commentato: “La mozione presentata da +Europa e Pd sulla detenzione di armi all’interno degli ospedali lombardi è totalmente destituita di fondamento e strumentale a far credere che i medici italiani girino nelle corsie degli ospedali liberamente armati e pronti a sparare. L’unica arma di cui i nostri medici fanno uso è il bisturi che gli serve per salvare vite. In Italia il porto di pistola per difesa personale è ormai in estinzione. I numeri parlano chiaro e forse il collega Usuelli e gli altri firmatari non sanno che, dai dati diffusi dal Ministero dell’Interno nel 2002, le licenze attive erano 46.618, mentre nel 2017 sono diventate 18.031. Se poi guardiamo i dati degli ultimi tre anni vediamo un’ulteriore diminuzione (oggi sono 14.700) che non è solo in Italia, ma anche a Milano, dove gli uffici della Prefettura di Corso Monforte vi assicuro usano giustamente un metro di giudizio rigidissimo. Solo chi è in possesso di specchiata trasparenza morale e penale, casellario “limpido”, nessun carico pendente, nessuna denuncia a proprio carico, nessun parente coinvolto in vicende giudiziarie e neppure vecchissimi procedimenti penali archiviati, anche per reati non ostativi alla normativa sulle armi, può richiedere di avere il porto d’armi. La legittima difesa e l’uso legittimo delle armi, dunque, vanno oculatamente regolamentati, stigmatizzando gli inescusabili eccessi, ma senza mai dimenticare che il diritto all’autodifesa è imperativo etico che la legge deve consentire, senza cedere ai pregiudizi dei militanti “anti armi”.
La mozione 644 presentata in Consiglio regionale oggi smarrisce la sua bussola nella premessa relativa alle raccomandazioni del Ministero della Salute n.8/2007 e ai successivi “considerato che” di natura prettamente di “governance ospedaliera”, che nulla hanno a che vedere con la richiesta finale al “divieto di ingresso armati nelle strutture sanitarie”. Questa sì che è una minaccia, priva di qualsiasi fondamento se non quello di voler stillare nell’opinione pubblica falsi credi sulla detenzione e porto d’armi”.