Come da copione di un film già visto diverse volte, il Tar, questa volta del Veneto, ha accolto le rimostranze delle solite sigle animaliste, che, al fatto concreto di non portare mai piani attendibili a supporto delle proprie proteste, vedono riconoscersi in data 22 settembre la sospensione della caccia a tortora e pavoncella, rimandando un ulteriore esame del ricorso al 1° dicembre 2021. Ma le modifiche al calendario 2021/2022 del Veneto non si fermano qui. Chiusa anche la caccia a moriglione e pavoncella, sospesa la caccia al combattente, mentre la quaglia sarà cacciabile fino al 31 ottobre. Dal 20 gennaio chiusa la caccia a germano, folaga, gallinella d’acqua, alzavola, mestolone, canapiglia, porciglione, fischione, codone, marzaiola, frullino, beccaccino, tordo sassello e cesena. Sospese inoltre le giornate integrative.
Nel commentare tali decisioni chiariamo che siamo nettamente d’accordo quando tali limitazioni nascono da ricerche svolte da addetti ai lavori, ovvero ricercatori neutrali, stazioni di osservazione e inanellamento con dati ricavati anche da sistemi di monitoraggio satellitare. Rigettiamo, tuttavia, la logica invasiva e pretestuosa con cui i soliti noti colpiscono a getto continuo spinti da convinzioni ideologiche. Il ricorso al Tar, spesso oberato di lavoro, porta generalmente al risultato sperato da chi osteggia la caccia, con provvedimenti cautelativi da approfondire in un secondo momento.
Ecco perché proponiamo da molto tempo ormai, e questo è compito delle varie nostre associazioni, che i calendari debbano uscire in tempo, in modo da evitare pericolosi e inutili ricorsi dell’ultima ora, che hanno il solo scopo di creare danno all’attività venatoria.