Un sondaggio indipendente della Quinnipiac university del Connecticut, condotto tra l’11 e il 15 novembre scorsi con un campione rappresentativo di 1.378 adulti statunitensi, ha evidenziato per la prima volta dal 2005 un sostegno inferiore al 50 per cento degli intervistati nei confronti di leggi restrittive in materia di armi. I favorevoli, infatti, si sono attestati solo sul 45 per cento, mentre i contrari sono arrivati al 49 per cento. Solo lo scorso aprile, i favorevoli a leggi restrittive in materia di armi erano il 54 per cento. Tra gli intervistati, è risultato che coloro i quali si sono dichiarati elettori del partito Repubblicano sono risultati favorevoli a restrizioni solo per il 13 per cento, contro il 91 per cento di coloro i quali hanno dichiarato di votare per i democratici. Le donne hanno manifestato il loro sostegno alle restrizioni per il 57 per cento, contro il 33 per cento degli uomini.
Il sondaggio è risultato sostanzialmente in linea con quello realizzato recentemente da Gallup, secondo il quale il sostegno degli americani a ulteriori restrizioni in materia di armi è sceso al livello più basso dal 2014, con il 52 per cento a favore di misure più rigorose di controllo e solo il 19 per cento (minimo storico) a favore di un divieto totale.
Anche se è calato il sostegno nei confronti delle leggi restrittive in generale, il 62 per cento degli intervistati è tuttora favorevole a restrizioni relative al porto delle armi nei luoghi pubblici: questo parere è supportato dal 42 per cento dei repubblicani e dal 45 per cento dei possessori di armi, nonché dal 51 per cento di coloro i quali vivono con un proprietario di armi in casa.
Il sondaggio si è occupato anche della questione, di stringente attualità dopo l’incidente sul set del film Rust, se sia necessario o meno bandire le armi da fuoco dai set cinematografici. Solo il 43 per cento degli intervistati sarebbe favorevole, contro il 49 per cento che ritiene che le armi da fuoco dovrebbero ancora essere consentite.
Il calo dei consensi in materia di restrizioni sulle armi coincide con l’aumento esponenziale delle vendite, in particolar modo da parte di chi non era già in precedenza possessore di armi, a partire dall’emergenza pandemica e dai disordini del Black lives matter nel 2020 e, considerando che era uno dei punti cardine nel programma elettorale del presidente Joe Biden, si allinea con il calo generale di consensi nei confronti della sua politica degli ultimi mesi.