Stefano Vignaroli nella bufera, politica e soprattutto mediatica, per aver pubblicato (in modo sicuramente un tantino ingenuo) sul proprio profilo privato Instagram un video nel quale, in un poligono di tiro, spara alcuni colpi con una versione semiautomatica civile dell’Ak47. Per il deputato M5S, presidente della Commissione ecomafie, un fuoco di fila (è il caso di dirlo) di affermazioni prese di peso dall’arsenale di retorica disarmista che certa politica periodicamente rispolvera alla bisogna.
Il politico ha peraltro sottolineato di non ritenere di avere nulla di cui vergognarsi: “Non è un’arma da guerra, non spara a raffica. È un’arma da tiro regolare usata in sicurezza in un poligono con tanto di istruttore e pubblicata sul mio profilo non politico”. Vignaroli ha anche precisato di essere in possesso di porto di pistola per difesa personale e di avere una pistola che, però, “non porta mai addosso”. “Da un anno a questa parte ho ottenuto il porto d’armi”, ha sottolineato, “la mia è una passione, così come sono appassionato di storia. Il Kalashnikov, questo è del 1965 e mi è stato fatto provare dagli istruttori, è un pezzo storico”.
Straordinario, tra gli altri, il commento di Riccardo Magi di +Europa, salito agli onori delle cronache in particolare tra cacciatori e tiratori sportivi per aver proposto un ddl talmente restrittivo da rappresentare, se sarà approvato, la fine del settore del tiro sportivo in Italia: “è grave e imbarazzante che il presidente della commissione Ecomafie posti un video nel quale spara con un kalashnikov. Da chi ricopre un incarico come il suo ci si aspetterebbe maggior senso delle istituzioni e di responsabilità, visto che troppo spesso nel nostro Paese si commettono omicidi proprio con armi detenute legalmente. In Italia c’è la necessità di regole più chiare ed efficaci per limitare la circolazione delle armi. Riconoscerlo non significa criminalizzare i tiratori sportivi o chi le detiene per uso personale, ma diffondere appunto una cultura delle regole e della responsabilità. Vignaroli nel suo ruolo è inadeguato, ma è urgente che il Movimento 5 stelle chiarisca qual è la sua posizione su questo tema”. Be’, diciamo che se non si tratta di una “criminalizzazione” di un tiratore sportivo (proprio nel caso specifico), allora proprio non sappiamo come altro definirla… Ma d’altronde non è il caso di attendersi coerenza da parte di colui il quale da un lato vuole cancellare, di fatto, il settore del tiro sportivo e dall’altra vorrebbe il “liberi tutti” in fatto di cannabis.
“Per Stefano Vignaroli non c’è nulla di anomalo nel postare un video in cui spara con un kalashnikov. È evidente che non solo gli manca il senso dell’opportunità, ma addirittura quello della decenza, dovrebbe dimettersi”, ha dichiarato la deputata Silvia Fregolent, della presidenza del gruppo di Italia Viva. A chiedere le dimissioni anche il senatore Sandro Ruotolo, di Liberi e Uguali-Ecosolidali: “Forse l’onorevole Vignaroli non lo sa, ma le ecomafie hanno proprio contato sui Kalashnikov per devastare i nostri territori. Il messaggio che lancia è devastante. In questo clima d’odio mancava solo lui. Deve dimettersi da presidente e farebbe bene a cancellare il post”, scrive.
Si parla di opportunità e decenza, perché un deputato della Repubblica, nel proprio tempo libero, ha provato un’arma civile (sportiva, per di più), nel rispetto di tutte le regole vigenti. Nessun senso dell’inopportunità o dell’indecenza, invece, sembra cogliere i nostri deputati e senatori della Repubblica quando, nell’esercizio delle proprie funzioni, presentano ddl completamente deliranti, superficiali, disinformati sulle più disparate materie.