La popolazione delle nutrie in Lombardia è ormai fuori controllo e i danni causati da questa specie alloctona e invasiva sul territorio sono tanto consistenti da richiedere un intervento immediato. Da questi presupposti nasce la proposta di legge “Contenimento ed eradicazione della nutria”, avanzata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Barbara Mazzali e approvata in Consiglio regionale durante la seduta del giorno 8 febbraio.
«I danni stimati da Coldiretti, in base alle considerazioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale», ha dichiarato Barbara Mazzali, «sono all’incirca di 17 milioni di euro e sono causati pressoché da 2 milioni di nutrie presenti sul territorio lombardo. Senza dimenticare che sono causa della perdita della biodiversità territoriale». Il progetto di legge punta ad aumentare il potere degli enti locali, primi fra tutti i comuni, nella gestione del problema e soprattutto ad ampliare le modalità e gli strumenti per le operazioni di contenimento, con lo stanziamento di 500 mila euro per il 2022 e altri 500 mila per il 2023 per fare fronte alle spese. I comuni, innanzitutto, saranno obbligati ad adottare tutte le misure necessarie per il controllo della specie, anche nei territori in cui la presenza della nutria non è particolarmente invasiva, onde evitare un’ulteriore diffusione della specie. Ampliata anche la platea dei soggetti autorizzati all’abbattimento delle nutrie, con l’inclusione, previa formazione, anche delle ditte di “pest control”, i proprietari dei fondi, i conduttori e i loro familiari. Per quanto riguarda lo smaltimento delle carcasse, sarà autorizzato il sotterramento nel caso di “piccole quantità giornaliere”, mentre le province saranno incaricate di organizzare la raccolta e lo smaltimento delle nutrie abbattute, comunicando i dati alla regione con cadenza annuale, entro il 31 maggio. Nel testo della legge si fa un chiaro riferimento anche al ruolo delle province, delle associazioni venatorie e agricole che devono coordinarsi al fine di garantire, con cadenza almeno semestrale, appositi corsi di formazione.
«L’ampia condivisione in Commissione e poi in Aula è la dimostrazione che il lavoro di confronto e di sintesi è stato realizzato nel migliore dei modi e che il problema è molto sentito» ha commentato la Mazzali.«Era indispensabile», ha concluso, «rispondere alle richieste di aiuto dei nostri agricoltori e del territorio».