Per il mondo venatorio italiano è giunto il momento delle riflessioni, delle prese di coscienza e, soprattutto, di entrare finalmente in azione. Ce lo insegnano gli esempi dei nostri “vicini” francesi e spagnoli, recentemente scesi in piazza a centinaia di migliaia, uniti, per rivendicare il ruolo di una caccia responsabile e sostenibile, al passo con i tempi e che sia in grado di giocare un ruolo fondamentale nella gestione e nella tutela del patrimonio faunistico e ambientale.
Dopo un anno turbolento, tra proposte referendarie volte all’abolizione della caccia e tentativi di modifica costituzionale a favore dell’animalismo più estremo, il Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) scende in campo al fianco dei cacciatori, mettendo in campo una strategia comunicativa forte e di impatto, per riqualificare l’immagine dei cacciatori e sostenere il futuro dell’intero settore. «Nell’ultimo anno abbiamo dovuto affrontare la minaccia portata dal referendum per l’abolizione della caccia», si legge in un comunicato a firma del presidente di Cncn, Maurizio Zipponi. «Il fallimento dell’iniziativa ha segnato una netta vittoria a nostro favore», ha aggiunto Zipponi, «ma non possiamo farci illusioni: abbiamo vinto una battaglia importante, ma la guerra non è finita». Per questo motivo il comitato ha deciso di dare avvio a un ambizioso progetto di rilancio della caccia, da realizzarsi attraverso un piano di comunicazione del forte impatto mediatico, sfruttando sia la stampa tradizionale sia i social media, finalizzato a diffondere un’immagine della caccia come un’attività non soltanto sostenibile, ma fondamentale per una corretta tutela della biodiversità e degli equilibri naturali.
Nel progetto di Cncn il cacciatore si posizionerebbe come «Paladino del Territorio, che, in quanto tale, agisce in natura nel pieno rispetto della normativa vigente e, dunque, lontano dalla figura del bracconiere. Il “Paladino del Territorio” è anche impegnato nella tutela delle specie protette e degli equilibri della fauna, oltre che nella salvaguardia dei principi della biodiversità». Il progetto mira anche allo sviluppo di filiere specializzate nella commercializzazione delle carni di selvaggina, per valorizzare una materia prima nobile, etica e sostenibile, ma soprattutto a riprendere contatto con le nuove generazioni, troppo spesso ignare del valore e della caccia, con lo scopo di «far conoscere il bagaglio culturale e valoriale di un’attività che è parte integrante della nostra tradizione e affonda le sue radici nella storia dell’Uomo».
Per raggiungere i suoi obiettivi, Cncn può contare sul supporto delle principali aziende del settore, che finanzieranno il piano di comunicazione, ma perché l’iniziativa abbia successo è necessario il supporto di tutti. Una parte residuale delle risorse, infatti, sarà ricavata attraverso un leggero ritocco dei prezzi delle munizioni e dei componenti: un piccolo sforzo per ciascun cacciatore per un bene maggiore e collettivo. «Siamo consapevoli che, dopo gli anni non facili della pandemia, ogni piccolo sforzo può apparire oneroso», ha dichiarato Zipponi, «ma Vi prego di considerarlo non come una spesa, ma come un investimento necessario per difendere l’esistenza stessa di ciò che per tutti noi non è solo un lavoro o una professione, ma una vocazione e una vera passione».