Connivenza con oligarghi russi; traffico d’armi; società offshore; allusioni. C’è tutto questo e altro ancora nell’articolo firmato da Gianni Rosini e pubblicato lunedì 2 maggio su ilfattoquotidiano.com, sito diretto da Peter Gomez e anima digitale del quotidiano cartaceo diretto da Marco Travaglio. Troppo appetitoso il piatto offerto da Eos Verona, fiera dedicata alle armi sportive e da caccia e non certamente agli armamenti da guerra, per non fare un bel polpettone e neppur tanto velatamente collegare in qualche modo il nostro mondo con gli eventi che stanno sconvolgendo l’Ucraina e tutta l’Europa.
Al centro del lungo teorema c’è Arsenal firearms (arsenalfirearmsitalia.it), l’azienda nata a Magno (Bs) e che da qualche tempo si è trasferita a Concesio (Bs). La colpa da espiare, secondo Rosini, è quella di avere avuto Dimitri Strechinski come creatore del progetto Arsenal, nonostante lo stesso Strechinski abbia ceduto l’azienda nel 2017 e l’amministrazione di Arsenal sia sempre stata in capo a soggetti italiani.
Arsenal firearms è nota agli appassionati soprattutto per la sua Strike one Ergal Pro, semiautomatica che tanti successi ha ottenuto fin dal suo debutto nel mondo del tiro action e del tiro Ipsc in particolare. Per tutelare la propria immagine, Arsenal firearms ha deciso di affidare la sua replica all’avvocato Adele Morelli, legale del Consorzio armaioli italiani, che ha diffidato “la redazione de il Fatto quotidiano a desistere dalla pubblicazione e propalazione di ulteriori titoli ed articoli ove vangano accostati, anche solo nella forma dell’allusione e del sospetto, al nome della società mia assistita Arsenal firearms srl, fatti che assolutamente non attengono alla vita della medesima e che sono tali da poter potenzialmente arrecare grave nocumento all’immagine della mia assistita con conseguente danno economico”.
Per visualizzare la diffida dell’avvocato Morelli, SCARICA l’allegato: Replica Arsenal firearms