Il Fiat 2000 della Grande Guerra fu il primo mezzo corazzato sviluppato dall’Italia, in due soli esemplari uno dei quali impiegato in Libia nel 1919. Da un articolo del collaboratore di Armi e Tiro, Andrea Cionci, l’idea di un gruppo di appassionati “visionari” di ricostruirne uno identico
Il primo carro armato italiano, il gigantesco Fiat 2000 del 1917, irrimediabilmente perduto 80 anni fa, è stato ricostruito in peso e dimensioni reali. Una straordinaria impresa che si è voluta divulgare nel giorno della festa della Repubblica, portata a termine dai Carristi d’Italia, da appassionati di mezzi storici, e da Giancarlo Marin, un industriale del vicentino. Durante la Grande Guerra, oltre a Gran Bretagna, Francia e Germania, anche l’Italia sviluppò il suo primo mezzo corazzato, messo a punto da due dei più grandi progettisti italiani: Carlo Cavalli e Giulio Cesare Cappa. Per l’epoca, il Fiat 2000 era un gioiello tecnologico: 36 tonnellate di acciaio sviluppate in sette metri di lunghezza e quattro di altezza; sette mitragliatrici Fiat 14 e un cannone da 65 mm posto per la prima volta nella storia in una torretta girevole e che poteva sparare anche a tiro curvo, come un obice. I suoi alti cingoli gli consentivano di superare ostacoli fino a 1,10 metri, di abbattere alberi e di travolgere vari ordini di reticolato. Le blindature, dello spessore di 20 millimetri, proteggevano i dieci uomini di equipaggio dal fuoco delle armi leggere. Fu realizzato in due soli esemplari per il termine del conflitto: di questi, uno fu impiegato in Libia nel 1919, l’altro rimase in patria, come monumento, presso varie caserme fino al 1936. Entrambi sono andati perduti e così nel 2017, prendendo spunto da un articolo di Andrea Cionci (giornalista e collaboratore di Armi e Tiro) dedicato al carro, un gruppo di soci dell’Associazione nazionale carristi d’Italia (Anci), presieduta all’epoca dal generale Salvatore Carrara e attualmente dal generale Sabato Errico, e dell’associazione di veicoli militari d’epoca “Raggruppamento Spa” del presidente Fabio Temeroli, ha deciso di ricostruirlo ex novo. Oltre a raccogliere diverse decine di migliaia di euro tramite una sottoscrizione nazionale fra ex carristi e appassionati, l’Anci ha mobilitato alcuni associati, tra cui Mario Italiani, progettista, che ha ricostruito in 3D i disegni, partendo dalle foto e dai pochi dati disponibili. Fondamentale è stato l’intervento dell’industriale Giancarlo Marin, fondatore del Museo delle forze armate 1914-1945 di Montecchio Maggiore (Vi), che ha messo a disposizione officine e materiali per la ricostruzione e ha anche fatto fronte alle ulteriori spese necessarie. La replica del Fiat 2000 è un unicum, dato che è il primo carro armato motorizzato ricostruito dal nulla con le blindature di spessore originale. Le ricostruzioni straniere, infatti, spesso hanno utilizzato scafi preesistenti modificati oppure li hanno riprodotti in vetroresina o lamiera leggera. Da parte dei partecipanti al progetto vi è l’auspicio che il Fiat 2000 possa essere il primo carro armato da inserire in un’entità espositiva di tipo museale, di prossima realizzazione, dedicata ai mezzi corazzati italiani.
Chi vuole può ancora “comprare” una maglia del cingolo e lasciarvi il proprio nome sopra o contribuire con donazioni volontarie: info, Stefano Guderzo, cell. 340.59.78.913, museoforzearmate@gmail.com, museostorico.com/