L’Intergovernmental science-policy platform on biodiversity and ecosystem services, o più semplicemente Ipbes, è un’organizzazione intergovernativa indipendente che ha come scopo il migliormento della comunicazione tra la comunità scientifica e la politica in materia di biodiversità e conservazione. Il rapporto vero e proprio per il 2022 pubblicato da Ipbes sarà disponibile solamente a fine anno, ma ne è stata divulgata una sintesi, indirizzata in particolar modo ai decisori politici, per orientarne le scelte.
È proprio attingendo ai dati contenuti in questa sintesi che è stato pubblicato un articolo apparso sulle pagine del Corriere della Sera, a firma di Sara Gandolfi, con titolo “La caccia è una minaccia per 1.341 mammiferi selvatici”. In risposta a tale articolo, Federcaccia con una nota evidenzia come «a ben vedere nella sintesi del Rapporto Ipbes si legge sì che le forme di caccia insostenibili sono identificate come un fattore di minaccia per 1.341 specie di mammiferi selvatici (a livello mondiale), di cui 669 specie sono classificate come “minacciate”, ma si evince anche, di converso, che sono circa altrettante (672) le specie cacciate che in realtà non sono affatto classificate come minacciate».
Nella sintesi del rapporto Ipbes, tra l’altro, si compie uno sforzo per mettere in evidenza le criticità, inquadrando anche l’uso sostenibile delle risorse rinnovabili nel rispetto delle necessità e delle richieste delle popolazioni rurali, tra le quali spesso figura anche la caccia.
Nel documento, inoltre, si evidenzia come una caccia ben gestita possa determinare un impatto sull’abbondanza delle specie selvatiche inferiore, al punto da risultare utile anche al conseguimento degli obiettivi di conservazione della biodiversità.