Sta destando orrore la vicenda dell’assassinio della piccola Olivia Pratt Korbel, una bambina di soli 9 anni che è stata uccisa dentro la propria casa a Liverpool, nel corso di una sparatoria tra membri di gang rivali. Uno di essi, inseguito, si è infatti rifugiato nella casa in cui viveva Olivia, sfruttando l’occasione determinata dalla porta di ingresso socchiusa. L’altro ho ha inseguito e, cercando di ucciderlo, ha aperto il fuoco con la sua pistola indiscriminatamente, colpendo in pieno petto la bambina che non ha avuto scampo.
Se da un lato le autorità locali stanno organizzando una massiccia caccia all’uomo per catturare l’autore del mostruoso gesto (chiedendo anche agli stessi membri delle gang criminali di denunciarlo), dall’altro le stesse autorità stanno evidenziando che il numero di omicidi in Inghilterra e Galles sta tornando ai livelli pre-pandemia, così come i delitti commessi dalla criminalità organizzata, che palesa ormai una ramificazione e una struttura paragonabile alle moderne mafie ed è improntata a una crescente violenza, commessa in particolar modo da giovani e giovanissimi. Le statistiche confermano che, a fronte di “soli” 570 omicidi commessi in Inghilterra e Galles tra la metà del 2020 e la metà del 2021 (quindi in pieno periodo pandemico, con conseguenti restrizioni alla libertà di movimento), tra la seconda metà del 2021 e i primi sei mesi del 2022 si è passati a 710 omicidi, che sono praticamente in linea con i 714 avvenuti tra il secondo semestre 2019 e il primo semestre 2020. In particolare nella contea di Merseyside, della quale Liverpool è il capoluogo, nell’ultima settimana si sono verificati 4 omicidi, uno dei quali mediante accoltellamento e tre mediante armi da fuoco.
Lo strumento maggiormente impiegato per l’omicidio è il coltello, che risulta protagonista nel 40 per cento dei casi. Secondo le statistiche delle autorità britanniche, tuttavia, nei reati commessi con armi da fuoco (quindi non solo omicidi ma anche rapine eccetera), è la pistola a essere lo strumento più utilizzato, con il 37 per cento del totale nel periodo 2020-2021. Il che è piuttosto significativo considerando che, da ormai un quarto di secolo, le armi corte da fuoco sono completamente interdette al possesso legale da parte dei privati cittadini.