Ruger espande la propria ormai nutrita gamma di pistole semiautomatiche polimeriche in 9 corto: dopo le micro-compatte Lcp e Lcp II, la micro-bifilare da 10 colpi (12 con il pad) Lcp Max, adesso è la volta della Security 380, che vanta dimensioni un po’ più grandi, cioè tra quelle di una subcompact e quelle di una compact. La canna è in effetti lunga 3,42 pollici, pari a 87 mm, per una lunghezza complessiva di 6,52 pollici (165 mm), un peso di 560 grammi e una capacità del caricatore di 15 cartucce.
La sua ragion d’essere, più che alla massima occultabilità, in questo caso è devoluta principalmente a fornire al segmento della difesa personale un’arma che abbia la massima facilità di scarrellamento, rispetto a una semiautomatica in 9×19 mm di pari formato. Per raggiungere questo scopo, Ruger ha applicato all’arma una serie di accorgimenti raggruppati sotto la definizione di “Lite rack system” (appunto “scarrellamento leggero”), che comprendono una molla di recupero di ridotto libbraggio, fresature di presa sul carrello accentuate e “orecchie” posteriori sporgenti sempre sui lati del carrello. Per un pubblico, come quello americano, nel quale la percentuale di donne che scelgono armi per la difesa personale e il porto occulto è in significativo aumento, un’arma che possa essere agevolmente caricata anche da chi non abbia una rilevante forza nelle mani è un’opzione da non sottovalutare. La dotazione di sicure integra quella automatica sul grilletto e quella manuale sul fusto, mirino in fibra ottica e tacca di mira tattica regolabile in brandeggio, negli Usa costa 369 dollari.