Il governo israeliano ha annunciato la linea dura, in risposta ai due attacchi terroristici con armi da fuoco che si sono verificati tra venerdì e sabato a Gerusalemme: il primo, svoltosi nei pressi di una sinagoga nel quartiere di Neve Yaakov, ha avuto un bilancio di sette morti e tre feriti, l’attentatore è stato poi ucciso in una sparatoria con le forze di sicurezza israeliane mentre tentava la fuga; il secondo attacco si è svolto vicino alla città vecchia, in tal caso l’attentatore, dell’età di soli 13 anni, ha ferito gravemente due uomini ma il suo attacco è stato interrotto quando due dei membri del gruppo preso di mira dall’aggressore, tra i quali un ufficiale delle forze di difesa israeliane, hanno risposto al fuoco.
Tra le misure annunciate dal primo ministro Benjamin Netanyahu c’è anche quella di agevolare la concessione del porto d’armi, in modo da “consentire a migliaia di cittadini in più di portare armi”, secondo quanto si è potuto leggere in una dichiarazione sulla pagina Facebook del primo ministro. Gli ha fatto eco il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, secondo il quale “quando i civili hanno le armi, possono difendere sé stessi”. “Voglio più armi nelle strade”, ha aggiunto Ben Gvir, “in modo che i cittadini di Israele possano difendersi. Abbiamo visto nell’evento della città di David che, quando i cittadini hanno armi, possono proteggersi”.