I primi riscontri avuti dall’autopsia del ragazzo di 26 anni, Andrea Papi, trovato morto in Val di Sole hanno accertato che la causa della sua morte è dovuta a ferite riportate dall’aggressione di un orso. Fin dai primi momenti si era temuto, ma era dovuto accertarlo con sicurezza. Una cosa poteva far pensare si trattasse di un grande predatore: l’affermazione che i cronisti, certo con parole non delicate, avevano scritto della devastazione del ventre del ragazzo, tipico di un carnivoro, che attacca sempre per prime queste parti dopo la cattura. La ferita mortale è stata, tuttavia, quella nella zona del collo. Certo Andrea, dai riscontri, ha lottato strenuamente. Essendo giovane, atleta allenato, e consapevole del momento tragico. Probabilmente, nel corso della propria corsa ginnica, se l’è trovato improvvisamente davanti, forse ci ha sbattuto addirittura addosso se, come è stato detto, stava affrontando una curva senza visibilità. Oltre al cordoglio per la perdita di una vita, è logico ricordare riflessioni scritte fino a pochi giorni fa. Il giorno 8 marzo, commentando un altro evento simile nella zona, scrivevamo che: “Siamo andati vicino a una aggressione letale già diverse volte. Non sfidiamo troppo la fortuna”. Purtroppo è accaduto.
Adesso è tutto un fiorire di soluzioni, di accuse, di comportamenti da attuare. Gli “esperti” fanno a gara per dare il comportamento perfetto salvavita in caso di incontro: sdraiarsi per terra, non guardare negli occhi, non correre eccetera. Tutta aria fritta. Come abbiamo già detto, nessuno di noi, fino adesso, ha vissuto per davvero insieme a questi animali. Nessun nuovo Kipling ha scritto un altro libro della jungla. Per cui fotografare, videare, osservare, raccogliere escrementi, vedere Dna, non fa esperti di contatti ravvicinati con animali simili. Si dimentica che quasi sempre l’esito di un incontro non dipende da ciò che fa l’uomo. Ma da quello che fa l’orso. Non ha fondamento l’affermazione “gli orsi sono così”, “i lupi sono così”, i cinghiali altrettanto. Al pari degli uomini, ogni animale è diverso dall’altro, come carattere. D’altronde, stesso errore con le razze dei cani: i Dobermann sono tutti cattivi, i Labrador sono tutti buoni eccetera. Non esiste, se non marginalmente, il fattore razza. Ma come è il singolo. E come noi uomini, anche gli animali attraversano fasi della vita diverse, in cui cambiano inevitabilmente comportamento. Da adolescenti sono curiosi, invasivi, giocosi. Vedi Carrito, mai cresciuto. Poi la maturità, in cui si diventa consapevoli dei propri limiti, più vigili e attenti. E la vecchiaia, in cui spesso per ferite, infezioni, dolori articolari si diventa, noi e loro, più irascibili e scontrosi. E adesso? Per intanto, il presidente della provincia, Maurizio Fugatti, ha disposto l’identificazione (attraverso le tracce biologiche) e l’abbattimento dell’esemplare protagonista dell’aggressione. L’eurodeputato leghista Massimo Casanova, membro dell’Intergruppo Caccia e biodiversità, ha commentato: “Nessuno vuole il far-west tra i boschi, tantomeno il mondo venatorio che neanche é coinvolto nella questione. Occorre, però, stabilire un indice di sicurezza basato sul numero degli animali censiti e il grado di antropizzazione del territorio in cui sono presenti popolazioni stabili di grandi carnivori, al fine di intervenire in maniera diversificata con abbattimenti mirati, anche nelle aree protette. La coesistenza passa attraverso la valutazione scientifica dello stato di consistenza di queste specie e del loro contenimento ai livelli di equilibrio con il nostro diritto di vivere sicuri il nostro territorio”.
Orsi e lupi ci sono. Qualcuno li ha voluti. Altri non l’hanno impedito. Per cui non si può pensare di abbatterli tutti. Ma come per ogni popolazione faunistica, se troppo numerosa, per la salvaguardia di uomini e animali, vanno gestiti. O sfoltiti, o trasferiti in zone dove stavolta tutti, ribadiamo tutti, li vogliano. Abbiamo trasformato la montagna, in pochi anni, in un parco giochi per la gioia dell’economia locale. Sci, escursionismo, cucina tipica. Abbiamo,poi, voluto metterci qualcosa che non si integra con la folla. Un grande carnivoro. Per cui bisogna fare una scelta. Non si può avere tutto. Vedi L’Abruzzo: ha scelto la Natura. Inoltre, se si frequentano zone percorse da grandi predatori, cosa aspettiamo ad autorizzare l’uso degli spray anti-orso, notoriamente efficaci? Con i titoli in regola possiamo acquistare, detenere, trasportare, adoperare un’arma e non possiamo avere uno spray in zone particolari per motivato bisogno?