Biden chiede punizioni per l’omessa custodia di armi: esperienza di famiglia…

Nella prima dichiarazione pubblica dopo la condanna per il figlio Hunter, il presidente Usa Joe Biden ha invocato punizioni per le famiglie che lasciano incustodite le proprie armi: paradossalmente, proprio quello che accadde a suo figlio…

Le prime notizie relative alle dichiarazioni pubbliche del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dopo la condanna comminata al figlio Hunter per aver acquistato una pistola mentendo circa il possesso dei requisiti legali per detenerla, riportano di affermazioni definite “imbarazzanti” dalla stampa. Questo perché in effetti il presidente Biden si è proprio espresso circa il possesso di armi, invocando punizioni esemplari per le famiglie che non provvedono alla corretta custodia delle armi in loro possesso. Partecipando alla conferenza annuale Gun sense university, sponsorizzata dal gruppo anti-armi Everytown for gun safety action fund, l’ottuagenario leader della federazione ha tuonato: “È ora di stabilire controlli universali sui precedenti personali, e imporre una custodia diligente delle armi da fuoco, ritenendo responsabili quelle famiglie che non tengono sotto chiave le loro armi”.

L’imbarazzo da parte dei commentatori risiede nel fatto che la vicenda giudiziaria che ha visto protagonista suo figlio Hunter, oltre a essere stata originata dall’aver mentito nella modulistica richiesta per l’acquisto, circa la dipendenza da droghe dell’acquirente, ha in effetti avuto avvio proprio a causa della custodia non esattamente diligente che della stessa arma ha fatto Hunter Biden: l’allora fidanzata, Hallie Biden (vedova del figlio maggiore del presidente, Beau), infatti, 11 giorni dopo l’acquisto la prese e la gettò nel cassonetto di un negozio di alimentari, dove fu trovata e poi consegnata alle autorità. L’arma fu esaminata dalle forze di polizia ma, soprattutto, fu esaminata la custodia entro la quale era contenuta, che rivelò tracce di cocaina, che Hunter ammise di usare al tempo. Da lì ebbe avvio l’inchiesta penale culminata con la condanna in primo grado. Non è chiaro se la gaffe presidenziale facesse parte di un copione preparato o se fosse parte di una iniziativa estemporanea, anche se parrebbe doversi propendere per la seconda ipotesi, perché l’affermazione è giunta immediatamente dopo un’altra battuta fuori copione, relativa al fatto che “i cacciatori di anatre del Delaware non hanno bisogno di armi automatiche”.