Krummlauf: sparare dietro gli angoli

Sparare dietro gli angoli con una carabina a canna rigata è sempre stato uno dei grandi miti della fantasia. I tecnici della Germania di Hitler, tuttavia, realizzarono un dispositivo che consentiva effettivamente di rendere il sogno realtà

Intorno alle armi da fuoco, ci sono tantissimi “miti” o slanci della fantasia, che spesso fanno a botte con le leggi della fisica: uno di questi è senz’altro avere un’arma del tutto priva di rinculo, un altro è avere un’arma che sia in grado di sparare da dietro gli angoli, in modo che il tiratore possa essere completamente al riparo ma, nello stesso tempo, colpire efficacemente il bersaglio. C’è stato, tuttavia, qualcuno che ha provato a rendere il sogno realtà e questo qualcuno sono stati i tecnici della Germania di Hitler, nell’ultima parte del secondo conflitto mondiale.

Krummlauf
Sembra che in realtà studi in questo senso fossero già stati tentati almeno a partire dal 1942, con l’arma standard della fanteria tedesca, la carabina Mauser K98k, e con alcune mitragliatrici. In realtà lo sbocco produttivo si ebbe a partire da metà del 1944, con il cosiddetto Krummlauf, un dispositivo di prolunga per la canna del fucile d’assalto Stg 44. L’arma in effetti si prestava, perché aveva ancora prestazioni “da fucile” quantomeno alle distanze normali del combattimento di fanteria, ma nello stesso tempo utilizzava una munizione meno potente della 7,92×57, quindi in teoria meno critica nel tratto più “difficile” da percorrere per questo tipo di dispositivo, cioè ovviamente… la curva. In pratica, il dispositivo era uno spezzone di canna (ad anima rigata) opportunamente curvato con angolazione di 30 o 40 gradi (furono sperimentate entrambe), da fissare alla bocca dell’arma mediante un attacco a morsetto, concettualmente simile a quello del lanciagranate da fucile Gew.Gr.Ger 43. La prolunga era dotata di un proprio mirino, che poteva essere inquadrato mediante un visore telescopico con 1,5 ingrandimenti che, nella parte inferiore centrale del campo visivo, includeva una rudimentale tacca di mira. Una ulteriore variante prevedeva un tubo di prolunga addirittura con angolazione di 90 gradi, che si fissava alla bocca dell’arma sempre tramite il morsetto oppure mediante un raccordo filettato e non prevedeva collimatore telescopico né mirino. Prima dell’inizio delle “curve” dei dispositivi, erano praticati alcuni fori sulla circonferenza del tubo, che avevano lo scopo di deviare parte dei gas di sparo, diminuendo le prestazioni balistiche e, conseguentemente, il tormento a carico della parte curva del dispositivo.

L’utilizzo primario di questo dispositivo era quello di consentire la difesa ravvicinata dei mezzi corazzati nei confronti della fanteria, dando modo agli equipaggi di sparare protetti all’interno del mezzo mediante un giunto sferico rotante. L’utilizzo secondario era quello di consentire il tiro da postazione protetta, fosse essa una trincea o l’angolo di una costruzione. I dati oggi disponibili sulla produzione complessiva non sono univoci, c’è chi parla di 500 esemplari realizzati in tutto, dalla Rheinmetall, chi di 500 esemplari del solo dispositivo a 90 gradi. I visori telescopici secondo alcuni furono approntati dalla Zeiss, secondo altri dalla Emil Busch di Rathenow.

Funzionava?
Per sapere se il dispositivo funzionasse o meno, giunge in aiuto un rapporto dello Us office of the chief ordnance officier del 18 luglio 1945, redatto sia in seguito a prove sperimentali, sia in seguito all’interrogatorio dell’inventore, il colonnello Hans Schaede della divisione ricerca della Rheinmetall. “Secondo l’inventore il Krummlauf ha una durata prevista di 6 mila colpi”, si legge nel rapporto, “ma è difficile da credere, perché i test a fuoco evidenziano che lo sforzo sopportato dalla curva è talmente grande da determinare rapidamente una deformazione o erosione dell’area. Inoltre tutti i proiettili sparati sono risultati gravemente distorti”. Va anche ricordato, a questo proposito, che i proiettili tedeschi dell’epoca non avevano nucleo in piombo, bensì in ferro dolce, che risultava meno facilmente deformabile e che, quindi, se violentemente sollecitato poteva portare allo stracciamento della camiciatura esterna.

Ancora: “durante il test di tiro con la canna curva a 30 gradi, il rilevamento è stato notevolmente aumentato dal cambio di direzione del proiettile, ma era comunque possibile sparare. Lo sfiato dei gas allevia gran parte della tensione sul meccanismo”. Più critica la situazione con la curva a 90 gradi: “quando il proiettile raggiunge la curva, si riscontra una violenta reazione dell’arma in direzione opposta. Sono stati provati colpi singoli e raffiche e, nonostante i tentativi di diversi tiratori di tenere l’arma rigidamente al fianco, raffiche di più di tre colpi si sono rivelate pericolose, perché tiratore e arma vengono ruotati di quasi 90 gradi”. Le conclusioni furono che “con la lunghezza ridotta del proiettile, la velocità non elevata e il maggior diametro, canne curve su varie angolazioni per il calibro americano da .45 con palla di 230 grani potrebbero rivelarsi efficaci e controllabili. Con la kurzpatrone calibro 7,9 mm si ritiene che la curvatura di 30 gradi sia di impiego pratico, quella di 90 gradi non sia affatto pratica”.

Oltre che con munizioni convenzionali a pallottola, il Krummlauf fu impiegato sperimentalmente anche con tromboncini lanciagranate simili al Gew.Gr.Ger per il 98k, applicati alla volata dei raccordi. In tal caso, probabilmente l’impiego poteva essere meno penalizzato dal fatto che la cartuccia propulsiva per le granate aveva una palla leggerissima in legno cavo, che serviva solo a creare il corretto intasamento iniziale, per contro i fori di sfiato avrebbero deviato gran parte dei gas di sparo, compromettendo in modo sensibile la gittata dell’ordigno. Sia come sia, evidentemente il progetto aveva più difetti che pregi e nel dopoguerra non è stato più preso in considerazione da alcuno…