Stavolta non si parla di “accantonamento”, bensì di “ritiro”: parliamo dell’ormai famoso emendamento 5.012 (relatore Giorgio Mulé di Forza Italia) nell’ambito della conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca. Il ritiro è avvenuto nella seduta di ieri della Commissione cultura della Camera, in sede referente, sempre su proposta del leghista Rossano Sasso, lo stesso che pochi giorni prima ne aveva disposto l’accantonamento. Si chiude quindi in modo definitivo la parentesi di preoccupazione per il futuro dell’Uits e della sopravvivenza dei Tsn, scatenata dai contenuti dell’emendamento in questione che, se da un lato (come si auspica da tempo) intendeva finalmente attribuire all’Uits (e non più al ministero della Difesa) la competenza sulle agibilità degli impianti di tiro dei Tsn, dall’altro intendeva spogliare sia la federazione sia, soprattutto, le sezioni dei Tsn di qualsivoglia competenza in termini di formazione e di attività istituzionale, con specifico riferimento agli appartenenti alle polizie locali e alle guardie giurate.
A questo punto, è necessario porsi un quesito: visto che l’emendamento è stato elaborato dall’ufficio legislativo del ministero della Difesa, rendendo evidente la volontà di rivedere il rapporto esistente tra lo stesso ministero e le sezioni Tsn, che fine farà l’annosa questione delle agibilità, che dovrebbero passare dai reparti infrastrutture competenti per territorio a un’apposita commissione in seno alla Uits? L’attuale governance dell’Unione ha i “canali politici” idonei per ottenere quanto peraltro previsto da una legge dello Stato del 2019, senza combinare pastrocchi come quello appena scongiurato?