Che una buona parte dei reati commessi con armi da fuoco negli Stati Uniti sia direttamente o indirettamente causata da una normativa sull’acquisto e sul possesso di armi che appare semplicemente incredibile per la mentalità di un qualsiasi europeo, è difficile da smentire. Tuttavia, le statistiche degli ultimi anni tendono a rendere un po’ meno semplicistico e diretto il rapporto tra la disponibilità di armi da fuoco da parte dei cittadini e il numero di omicidi commessi con armi da fuoco, di quanto i giornalisti nostrani vogliano farci credere.
È un fatto, numeri alla mano (forniti dal Gun violence archive), che nel 2023, per il secondo anno consecutivo, le morti causate da armi da fuoco (esclusi i suicidi) siano diminuite rispetto al picco assoluto che era stato raggiunto nel 2021. In quell’anno infatti si registrarono 21.068 morti, mentre nel 2022 sono state 20.391 e nel 2023 addirittura 18.874, il dato più basso dal 2019. Anche le ferite con armi da fuoco hanno seguito la medesima tendenza, nel 2023 sono state 36.357 mentre nel 2022 erano state 38.500. A fronte di questi numeri occorre ricordare che, se è vero che le vendite di armi di nuova produzione risultano in calo anch’esse rispetto ai picchi verificatisi nel 2020 e 2021, è altrettanto vero che le armi in questione non vanno a “sostituire” quelle vendute negli anni precedenti, bensì ad aggiungersi a esse, così come è in aumento il numero complessivo di cittadini statunitensi che, in particolare negli ultimi anni, ha acquistato un’arma da fuoco per la prima volta. Nel solo 2023 sono state vendute oltre 14 milioni di armi tra pistole, fucili e carabine, mentre il numero di cittadini armati (stimato) è cresciuto del 28 per cento nel trentennio compreso tra il 1994 e il 2024. Nel solo quadriennio compreso tra il 2020, anno del Covid e dei disordini per il movimento Black lives matter, e il 2023, il numero di nuovi possessori di armi è arrivato alla sorprendente cifra di 22,3 milioni di persone (circa 4,3 milioni solo nel 2023), praticamente è il numero complessivo di abitanti dello Stato della Florida. Il totale complessivo degli americani che vive in una casa in cui c’è almeno un’arma da fuoco è pari al 40 per cento (oltre 134 milioni di persone) e il 32 per cento riferisce (secondo i sondaggi) di possederne personalmente una. In base a questi numeri e, soprattutto, in base al sillogismo propalato dagli anti-armi secondo cui è automatico che a un numero superiore di armi e di persone armate corrisponda un numero superiore di omicidi commessi con armi da fuoco, in realtà le statistiche statunitensi di questi ultimi anni sembra stiano assestando un colpo abbastanza micidiale. Il calo degli omicidi, tra l’altro, si è registrato in modo abbastanza uniforme in un gran numero di grandi città statunitensi. È ovvio che altre città invece, per esempio, hanno avuto un aumento di omicidi e non una diminuzione, ma è un dato di fatto che, su una analisi condotta su 175 grandi città dell’Unione, tre su quattro evidenziano la medesima, costante tendenza alla diminuzione degli omicidi.