L’Anpam (Associazione nazionale produttori di armi e munizioni per uso civile) ha reso noti i risultati della ricerca dell’Università di Urbino, relativi al valore economico per l’Italia della produzione armiera per uso civile. I valore economico diretto e indiretto è di 8 miliardi di euro (con una crescita del 7,6 per cento rispetto al dato della precedente ricerca, risalente al 2019), e con un fatturato complessivo di quasi un miliardo di euro, in crescita del 59,5 per cento rispetto al dato del precedente studio. Il valore totale contribuisce per lo 0,38 per cento del Pil italiano e l’’87 per cento del valore industriale della produzione di armi e munizioni sportive e civili italiane è destinato all’export.
La spesa sostenuta da tiratori e cacciatori italiani per alimentare la propria passione supera i 3 miliardi di euro e il numero complessivo di occupati nel settore industriale delle armi e munizioni civili, considerando l’indotto, ammonta a19 mila addetti, ma considerando anche i settori correlati della caccia e del tiro, il numero complessivo di addetti supera le 88 mila unità. “Anche per il 2023 il valore dell’industria armiera italiana si riconferma un’eccellenza per il mercato estero, come si evince dai dati relativi all’export. Siamo soddisfatti che lo studio realizzato dall’Università di Urbino dimostri e quantifichi con precisione il valore economico generato dal settore, evidenziandone l’impatto positivo sul Pil del Paese”, ha commentato Giovanni Ghini, Presidente Anpam. “Un successo che si riflette pure in ambito sportivo, se pensiamo che alle Olimpiadi di Parigi 2024 gli atleti che hanno utilizzato fucili italiani si sono aggiudicati 18 medaglie sulle 18 totali, mentre le munizioni “Made in Italy” hanno registrato 14 vittorie su 18. Un’ulteriore riprova che know-how produttivo e altissimi standard di precisione fanno dell’industria armiera italiana un settore apprezzato da oltre 100 milioni di cacciatori e tiratori sportivi nel mondo”.