Ospite della trasmissione Non è l’arena, condotta da Massimo Giletti su La7, il vignettista si è scagliato contro le aziende che producono armi. Dichiarazioni alimentate da ignoranza e cieco furore ideologico. Pedersoli: “Aziende chiuse da più di 2 settimane”
“La voglio dare come notizia e spero di essere smentito”. Pensate che questo è il passaggio più intelligente dell’intervento con cui il vignettista Vauro Senesi non ha perso occasione per attaccare il mondo armiero. Un attacco del tutto fuori dal contesto, nel corso della trasmissione Non è l’arena, condotta da Massimo Giletti su La7, in cui si parlava dell’emergenza Coronavirus. “Non so se le fabbriche di armi rientrano nei servizi e nelle produzioni essenziali”, ha filosofeggiato Vauro, “a me risulta che ben 220 industrie di armi e dell’indotto proprio nella zona del Bresciano sono al momento produttive, attive, cioè i lavoratori si recano al lavoro”.
Si tratta di una diffamazione bella e buona, visto che il comparto che racchiude decine di aziende e che impiega centinaia di lavoratori, con grande senso di responsabilità, è stato tra i primi ad adeguarsi al Dpcm del primo ministro Conte, bloccando la produzione e consentendo alle proprie maestranze di rispettare l’isolamento nelle proprie abitazioni. Nei pochi casi in cui alcuni operai sono stati chiamati al controllo di cicli produttivi che non potevano essere interrotti improvvisamente, come capitato ad altri settori dell’industria, tutte le disposizioni di legge sono state attuate per garantire la massima sicurezza dei lavoratori.
Fin qui la parte più facile della replica. Ma non è tutto. A Vauro, vorrei ricordare quanto male abbia fatto il suo mestiere, perché se vuoi vestire i panni di chi fa informazione dovresti sapere che prima di tutto la notizia va verificata e la fonte dev’essere credibile. Una notizia non è tale se è inventata e falsa. Ma, soprattutto, Vauro è bene che tu sappia che tra le aziende che si sono immediatamente messe a disposizione delle autorità e dei cittadini positivi al Covid-19 non ci sono soltanto la Ferrari e la Ramazzotti (quella dell’amaro). Tra loro, c’è anche la Beretta, che non ha esitato a convertire la parte più tecnologica delle sue linee di produzione per creare con stampanti 3D le valvole utilizzate per trasformare in respiratori destinati ai reparti di terapia sub intensiva le maschere Decathlon per lo snorkeling.
Anche Pierangelo Pedersoli, presidente del Consorzio armaioli italiani (ConArmI) ha voluto ribattere alle false accuse lanciate da Senesi: “Smentisco categoricamente quanto affermato in trasmissione da Vauro, visto che le aziende del settore sono chiuse da due settimane e questa che è appena iniziata è la terza settimana di chiusura. Voglio dire a questo signore che se le nostre aziende sono inutili lo dovrebbe chiedere ai nostri collaboratori e ai lavoratori ai quali queste aziende garantiscono uno stipendio! Ma mi chiedo: oltre a fare vignette, Vauro come contribuisce all’economia del nostro Paese? Ma si è mai preoccupato di vedere che armi sono prodotte dalle 200 aziende di cui parla a sproposito? Ha mai verificato i numeri o semplicemente dà i numeri?”.
Senesi, insomma, ha perso un’altra, ghiotta occasione per schierarsi tra le persone intelligenti.