I produttori britannici di cartucce hanno risposto con una nota ufficiale alle associazioni venatorie inglesi che vorrebbero il bando al piombo e alla plastica delle borre nel volgere di 5 anni: “quello che chiedete è impossibile”
Le principali aziende britanniche produttrici di cartucce a pallini (Eley, Gamebore, Hull e Lyalvale) hanno diffuso un comunicato congiunto nel quale rispondono alle dichiarazioni di alcuni giorni fa delle associazioni venatorie britanniche sull’auspicio della messa al bando del piombo e delle borre in plastica nel volgere di 5 anni.
Le aziende produttrici di munizioni hanno tenuto a precisare innanzi tutto che le dichiarazioni da parte delle associazioni venatorie non sono state precedute da alcuna consultazione preventiva, argomentando inoltre che le associazioni, probabilmente, si sono limitate a guardare a un numero limitato di prodotti, desumendo che potessero costituire una risposta percorribile al problema, mentre così non è.
“È un problema non semplice per molte ragioni”, si legge nel comunicato, “ragioni che avremmo potuto spiegare alle organizzazioni prima della pubblicazione del loro annuncio, se ce ne fosse stata data la possibilità”. Scendendo nello specifico, le associazioni evidenziano come “in Europa si sta verificando una scarsità nella disponibilità di pallini in acciaio e una transizione totale dal piombo all’acciaio per la maggioranza del munizionamento britannico porterà inevitabilmente una ulteriore pressione sul mercato delle materie prime. Ciò determinerà una indisponibilità della materia prima nel breve periodo e un incremento dei prezzi conseguente alla necessità di aumentare la capacità produttiva”. I produttori fanno anche notare che “gli esempi di Paesi che hanno condotto con successo la transizione dal piombo all’acciaio, come la Danimarca e gli Stati Uniti per la caccia agli acquatici, non possono essere utilizzati come esempio, in parte perché comunque i caricamenti utilizzati in questi Paesi continuano a utilizzare borraggio in plastica e in parte perché i regolamenti danesi e statunitensi consentono la possibilità di caricare le cartucce con pallini in acciaio a un livello prestazionale superiore rispetto alla Gran Bretagna, conferendo quindi maggior letalità ai pallini stessi. I limiti britannici, in combinazione con le ulteriori sfide rappresentate dall’abbandono della plastica nei borraggi, comporteranno una ulteriore limitazione prestazionale. È indispensabile che sia autorizzato un incremento nei livelli prestazionali prima che si possa anche solo cominciare a sviluppare caricamenti efficaci per produrre abbattimenti puliti e umanitari nelle differenti tipologie di caccia che si praticano nel Regno unito”. Per quanto riguarda i caricamenti biodegradabili già disponibili, le associazioni osservano che “esiste una manciata di caricamenti senza piombo e con borre biodegradabili in commercio, ma in questo momento non è possibile renderli commercialmente disponibili su vasta scala. Non è possibile convertire la produzione di massa su questo tipo di prodotti in un periodo di soli 5 anni, senza investimenti sostanziali per l’industria. Le associazioni venatorie non hanno cognizione dei processi industriali e produttivi coinvolti, quindi non possono essere nella posizione di determinare quanto debba essere lungo il periodo di tempo necessario per evolvere”.
Anche sui materiali alternativi all’acciaio non va meglio: “Tungsteno e bismuto hanno una disponibilità limitata sul mercato e molto più costosi rispetto all’acciaio. Ciò determinerà un enorme aumento dei costi, in funzione delle materie prime, in particolare per chi usa i fucili di piccolo calibro, che difficilmente potranno usare l’acciaio. Ciò determinerà l’uscita di molti cacciatori dal settore. Quindi la domanda da porsi è cosa si voglia eliminare per primo, se il piombo o la plastica. Non è possibile eliminare entrambi simultaneamente. Le uniche alternative commercialmente disponibili al momento sono cartucce con borra in fibra e pallini in piombo oppure cartucce con pallini in acciaio, tungsteno o bismuto con borra in plastica. Le alternative al piombo e alla plastica sono solo allo stadio iniziale del proprio sviluppo e necessitano di tempo prima di essere effettivamente disponibili in massa”.